L’anno scorso fu il crocevia per lo scudetto, quest’anno una tappa importante per non perdere terreno dalla concorrenza, che si sta risvegliando. Il Milan di Pioli torna a Verona cinque mesi e una settimana dopo il 3-1 che fu il passo decisivo verso il 19° scudetto dei rossoneri. E trova un Hellas molto diverso dalla stagione scorsa: non c’è più Tudor, ma non c’è nemmeno più Cioffi, sostituito da un ex rossonero (passò da Milanello per poco tempo nel 2015), Salvatore Bocchetti, promosso dalla primavera come capita spesso in questo calcio low-cost che non si può permettere di spendere troppo per giocatori, ma anche allenatori, di primo piano.

Pioli deve fare i conti con la rosa corta per l’ultima volta: Maignan, Kjaer e De Ketelaere torneranno disponibili contro il Monza. Il mister rossonero sceglie Adli a metà campo al posto di Bennacer, mentre Bocchetti conferma il 3-4-2-1 con Krustic e Henry davanti. Il Verona ha piegato la Sampdoria 2-1 lo scorso 4 settembre, ma poi ha perso quattro sfide di fila segnando solo due reti incassandone 8. 

I primi nove minuti sono di marca veronese: Tatarusanu deve intervenire su un tiro di Faraoni, e in generale la squadra di Bocchetti appare padrona del pallone e del territorio. Ma al primo errore difensivo, il Milan non perdona: da Giroud per Leao, consueta accelerata, palla in mezzo e autorete di Miguel Veloso che devia nella propria porta. Come d’incanto, la partita si capovolge: l’urlo dei milanisti presenti al “Bentegodi” viene spezzato quando il pallonetto di Giroud a botta sicura finisce fuori di un niente. Dopo le fiammate iniziali, la contesa torna a equilibrarsi, e al minuto 18 il Verona coglie un meritato pareggio per quanto fatto vedere all’inizio: Gunter riceve palla e dalla sinistra calcia sul primo palo, e anche qui una deviazione, quella di Gabbia, è decisiva per mettere fuori causa Tatarusanu. 

Il Verona corre ma difende male, lascia ampi spazi a metà campo ma il Milan non riesce a sfondare per imprecisione nei passaggi e per una ferrea marcatura su Giroud, impedendo al francese di fare appoggi corretti ai compagni. Leao? Dopo quel graffio sul gol, non pervenuto. Il Verona spinge spesso sul settore di sinistra, la destra del Milan, dove Kalulu appare spaesato e in ritardo e necessita sempre del raddoppio di Tonali quando possibile. Si va a riposo sull’1-1.

La ripresa si apre con la rivoluzione nell’attacco milanista: Pioli toglie Giroud e Diaz dando spazio a Rebic e Origi, con l’ex Liverpool di punta e Origi alle spalle. A sfiorare il 2-1 è però il Verona: Hrustic calcia fuori di poco quando Kalulu perde l’ennesimo pallone, questa volta al limite dell’area veronese su un attacco del Milan. Poco dopo, ghiotta occasione per Rebic che trova Montipò pronto a respingere. Proprio Hrustic deve uscire dopo nemmeno dieci minuti per infortunio, lasciando il posto a Piccoli. Che poco dopo va subito vicinissimo al raddoppio colpendo di testa su cross dalla sinistra e centrando una clamorosa traversa. Pioli rivoluzione ulteriormente il Milan al quarto d’ora: fuori Krunic e Adli, dentro Pobega e Bennacer.

Il Milan ha un sussulto alla mezz'ora, quando Theo Hernandez e Rebic hanno una doppia occasione nel giro di pochi minuti, ma Montipò compie altri due prodigi. Ma il 2-1 arriva a nove minuti dal termine: Tonali, migliore in campo, buca Montipò in uscita facendo esplodere il settore milanista. E dopo la doppietta dello scorso anno, il centrocampista rossonero è ancora decisivo al Bentegodi. Poco dopo è decisivo Tomori, che si immola letteralmente su una conclusione di un avversario quasi a botta sicura. Poco dopo ancora una mischia in area, con il Verona di nuovo vicinissimo al pareggio. Il Milan soffre e i gialloblu ad onor del vero meriterebbero il pari. I cinque minuti di recupero sono una sofferenza ancor maggiore per i rossoneri: ma il risultato non cambierà più. Se il Milan aveva perso immeritatamente a San Siro contro il Napoli, oggi si compie la nemesi: il Verona ha spaventato oltremodo i rossoneri e forse il pareggio sarebbe stato il risultato più giusto.

 

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