A fine stagione ci sono i mondiali di Francia. Il nuovo CT, Cesare Maldini, Campione d’Europa con l’Under 21 è chiamato a fare dimenticare l’Italia di Sacchi e la delusione di USA ’94. Roberto Baggio non è affatto sicuro del posto in Nazionale. Vero che il CT gli ha dimostrato già tanta fiducia, richiamandolo nel giro azzurro dopo quasi 2 anni ma ci sono talenti giovani e in forma come Del Piero, Vieri, Inzaghi, Chiesa e soprattutto Francesco Totti, che giocherà la sua prima stagione da titolare con la maglia della Roma, mettendo a segno ben 13 reti.

Roberto viene da una stagione deludente al Milan. Non ha mai trovato continuità ma soprattutto ha riacceso i vecchi attriti con Arrigo Sacchi, arrivato per sostituire Tabarez. Nell’estate ’97, arriva Capello che lo esclude definitivamente dal progetto.

Nel calcio mercato estivo trova un accordo con il Parma. Sembra tutto fatto ma Carletto Ancelotti, allora tecnico dei ducali, decide di puntare su Enrico Chiesa e rifiuta il fantasista.

Serve una squadra che gli permetta di giocare con continuità e arriva la chiamata del presidente Gazzoni Frascara, ambizioso proprietario del Bologna FC. Insieme a mister Ulivieri ha riportato in sol 3 anni il Bologna in A dalle ceneri del fallimento e della Serie C. Lui è uno che non bada molto al sodo, infatti chiude l’accordo con Baggio andando contro il volere dell’allenatore. Infatti, Baggio inizialmente spacca in due lo spogliatoio del Bologna: c’è chi segue il mister e chi invece vorrebbe vedere le sue giocate ogni domenica dal primo minuto. Si sfiora la rottura totale quando Ulivieri lo tiene in panchina contro la Juventus. Gazzoni sarà decisivo nel ruolo di paciere tra i due. La stagione del Bologna termina con un ottavo posto, che oggi sarebbe ottimo ma allora lasciò un poco l’amaro in bocca ai tifosi. Con meno attriti inziali chissà…

Roberto Baggio chiude la stagione con 22 reti in 30 partite, suo record personale di marcature in campionato, dimostrando una leadership in campo degna dei più grandi campioni. Il trascinatore del Bologna è lui e i compagni in campo lo cercano come un totem sacro. Nonostante non sia più un ragazzino lotta su ogni pallone, regalando al pubblico rossoblù perle di rara bellezza, mai più viste su quel campo. Indimenticabile, tra i tanti, il suo gol in pallonetto nel diluvio di Vicenza

Cesare Maldini sceglie quindi di puntare proprio sulla sua esperienza e leadership e il 2 giugno del 1998 lo includerà, per l’ultima volta, nella lista dei convocati per un Campionato del Mondo. Poi, per pochi maledetti centimetri, il destino gli ha regalato l’ennesimo boccone amaro azzurro…ma questa è un’altra storia.

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