Vincenzo Italiano, allenatore della Fiorentina, è intervenuto ai microfoni di DAZN per commentare il match con la Roma. Queste le sue considerazioni:

“Questi tre punti servivano, perché inaspettatamente eravamo un po’ caduti, appannati, non eravamo noi stessi. Eravamo ripartiti a Milano senza prendere punti ma abbiamo dato continuità. Abbiamo fatto un grande campionato e non possiamo rovinarlo. I ragazzi sono stati attenti, vogliosi, ci tenevano tantissimo”.

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Cosa manca a questa Fiorentina per restare in zona medio-alta?
“È il primo anno, è un progetto nuovo, con un pensiero nuovo e con tutto o quasi cambiato. È un percorso iniziato da nove mesi, gli alti e bassi che ci hanno contraddistinto sono normali. Ci vogliono anni e partite, ci vuole esperienza. Mi viene in mente l’Atalanta, è un percorso. Abbiamo iniziato quest’anno e abbiamo messo le basi, ora bisogna essere bravi a crescere e migliorare”.

Amrabat è stato revitalizzato.
“È un ragazzo che quest’anno per la competizione ha dovuto masticare amaro, ma si è fatto trovare pronto. Ora sta trovando continuità, se prende ritmo e minuti può essere devastante. Sa giocare, sono contento perché non ha avuto un periodo bello. Si era seduto, appannato, ma ora sta venendo fuori e per noi è importante. Il valore lo conoscevamo, bastava tiragli fuori il fuoco”.

Fate tabelle in questo finale?
“Siamo alle ultime battute, c'è stanchezza mentale e fisica. Sono mesi che andiamo a mille all’ora, siamo lì punto a punto e noi siamo lì da tutto l’anno e ci teniamo a rimanerci. Chi farà più punti arriverà in quelle zone che ci auguriamo. Questa è una piazza importante, sono venuti in ottomila a spronarci. Cercheremo di esaudire il desiderio”.

Voleva entrare in campo?
“Quest’anno abbiamo perso partite al 95’, riaperto partite chiuse con avversari al tappeto e il mio timore è sempre questo. Stavamo facendo qualche errore nel secondo tempo e l’esultanza del fine partita - dopo quattro ko di fila e un po’ di frustrazione - è da essere umano ed è giusto esultare come un calciatore. Abbiamo sofferto tanto dopo le sconfitte, è stata una liberazione”.

 

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