In attesa di sapere come andrà a finire la vicenda tra Novak Djokovic e il governo australiano, la giornalista e conduttrice radiofonica Selvaggia Lucarelli si è lasciata andare ad un lungo sfogo su Instagram: “Quindi Djokovic, incastrato da una serie di prove fotografiche e testimonianze, ha ammesso di essere stato in contatto con positivi durante una partita di basket a cui aveva assistito e di aver fatto un molecolare. Mentre aspettava il risultato il 16 (come no, ci crediamo) ammette di essere andato a una serie di eventi ovviamente sempre senza mascherina. Terminati gli eventi dice che gli è arrivato (sempre il 16) il risultato del test (positivo). A quel punto che fa, sta a casa?”.

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Selvaggia Lucarelli continua: “No, ammette di essere uscito il 18 dicembre e di aver fatto un’intervista e lo shooting fotografico da positivo perché non voleva deludere il giornalista (preferiva infettarlo che dargli il dolore di un’intervista al telefono, certo). Naturalmente ha garantito di aver messo la mascherina a parte mentre scattavano le foto. Come no. Le sue foto con la mascherina vanno cercate col lanternino, tra parentesi. Infine, dopo aver dichiarato al governo australiano di non essersi mosso da Belgrado nei 14 giorni precedenti il viaggio, ha ammesso di aver mentito sui suoi spostamenti, visto che lo avevano beccato in Spagna il 2 gennaio. “lo staff ha compilato male i moduli”, ha detto. “Succede, c’è una pandemia”, si è difeso. E certo. Siccome sono così elastici sui visti in Australia, sbagli pure a riferire dei tuoi viaggi negli ultimi 14 giorni”.

La giornalista e scrittrice conclude: “Quindi, concludendo: la pandemia diventa un alibi per giustificare le palle al governo australiano ma l’avere il Covid non è un alibi per stare a casa e declinare inviti mondani e interviste durante una pandemia. Un campione, sì. Di miseria umana, mescolata a goffaggine, delirio di onnipotenza e menefreghismo nei confronti della legge e della salute della collettività. È Gesù? Bene. Scelgo Barabba”.

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