Sonny Colbrelli (foto: Facebook)

Domenica 3 ottobre il ciclista azzurro Sonny Colbrelli ha vinto la centodiciottesima edizione della Parigi-Roubaix, battendo in uno sprint a tre Vermeersch e Van der Poel, dopo una battaglia epica per via delle avverse condizioni meteo, con pioggia incessante fin dall'inizio e con i corridori pieni di fango arrivati sul traguardo finale.

Tuttavia come capitò con il trionfo alle Olimpiadi di Tokyo del centometrista azzurro Marcell Jacobs, la stampa francese (ad agosto fu invece quella inglese) non ha preso bene questa vittoria italiana e ha voluto gettare sospetti sul trentunenne ciclista di Desenzano del Garda con titoli piuttosto poco sportivi ed infamanti.

L'esempio più lampante è quello di "Le Dauphiné libéré" l’antico quotidiano regionale transalpino, che ha scritto: "Vincitore della Parigi-Roubaix, Sonny Colbrelli getta una nuova pietra nel mare dei sospetti, portandosi dietro l’odore nauseabondo del dubbio", per poi continuare: "Ha vinto a 31 anni la Parigi-Roubaix alla sua prima partecipazione, una prestazione senza precedenti da quando ci riuscì Jean Forestier nel 1955".

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Ma anche un altro quotidiano francese, ovvero "Le Sud-Ouest non ci è andato leggero: "Incredibile che l’italiano, un velocista puro, riesca a volare anche sul pavé", con il "Parisien" che ha rincarato la dose: "Un ex sprinter che si è trasformato in scalatore, che non finisce più di sorprendere e la cui squadra è nel mirino dell’autorità giudiziaria".

Parole queste che faranno discutere sicuramente nei prossimi giorni.

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