John Elkann, presidente del gruppo Stellantis e della Ferrari, ha parlato a La Gazzetta dello Sport: 

Quest’anno siamo competitivi, come avevo previsto due anni fa. E siamo stati capaci di trasformare questa competitività in vittorie. Siamo finalmente tornati per 4 volte sul gradino più alto. E dietro ai successi c’è un grande lavoro di squadra. Nello sport professionistico sono i dettagli a fare la differenza... Nel 2020 il 48% dei nostri pit stop era sotto i 3” per una media di 2”75. Nei primi 15 gran premi di quest’anno il 70% è sotto i 3” e la media è 2”6. Si tratta di un dato tangibile che testimonia la crescita del lavoro di squadra”.
 

“La nostra macchina è nuovamente competitiva. Dobbiamo avere l’umiltà e la consapevolezza di sapere dove siamo ora e il coraggio e la determinazione di migliorare. Come disse il nostro fondatore poco prima di lasciarci: “Chi verrà dopo di me ha accettato un’eredità molto semplice: mantenere viva la volontà di progresso”. Certo, dopo i primi gran premi, sembrava lecito sognare, ma bisogna rimanere umili e far parlare i risultati”.

Sono fiducioso che possa tornare a vincere il campionato e fare una bella figura in Champions già in questa stagione? In questo caso sono più che fiducioso, sono convinto! Perché la Juve sta attraversando un nuovo ciclo come è molte volte successo nella storia ormai centenaria che lega la mia famiglia alla maglia bianconera. Nel 2023 la mia famiglia festeggerà 100 anni di vita insieme alla Juventus, un record mondiale... Ed è un legame forte che si trasmette di generazione in generazione. Dopo ogni ciclo bisogna avere la pazienza di ricostruire. La squadra è cambiata tantissimo, ma alla guida c’è un allenatore come Allegri che conosce bene il club e lo spirito di tenacia e concretezza che lo caratterizza. Ci aspetta un campionato competitivo con una bella sorpresa come l’Atalanta, e una Champions difficile con il calcio inglese che è sempre più forte e ha fatto la parte del leone sul mercato. Ovviamente, in queste fasi di transizione bisognerebbe partire con il piede giusto. Quello che dispiace è non poter ancora vedere la Juve girare con tutti i cavalli e la potenza che avrebbe avuto a disposizione senza gli infortuni”.

Si chiama coerenza. Tutti i cicli nascono da una squadra che ha forte identità di talenti italiani da valorizzare accanto a fuoriclasse già affermati. Miretti, Fagioli e Gatti, ad esempio, possono crescere vicino a un maestro d’esperienza come Di Maria che darà un grande contributo al gruppo. È una strada che la Juve ha sempre seguito per riaprire dei cicli”.
 

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