Giornata decisiva al Collegio di Garanzia dello Sport presso il CONI. Sono infatti in corso le udienze relative ai rinvii di Atalanta-Udinese, Bologna-Inter e Atalanta-Torino. La sentenza su Bologna-Inter, nello specifico, è attesa per il tardo pomeriggio: i due precedenti gradi di giudizio hanno stabilito che, a causa dei molteplici casi di positività al Covid-19 nel gruppo squadra e del pronunciamento della ASL locale, la formazione rossoblù non fosse nelle condizioni di scendere in campo. La partita è in programma per il 27 aprile, a meno di ribaltamenti a favore dei nerazzurri.
 

L'ACCUSA - Di parere opposto l’Inter, che ritiene che dal Bologna non sia mai arrivata una presa di posizione chiara circa l’impossibilità di disputare regolarmente il match per cause di forza maggiore, evocando il vizio formale della presentazione della distinta a poche ore dal fischio di inizio. Un concetto rimarcato dai legali del club nerazzurro poco prima dell’inizio dell’udienza, come riporta Sportface: "Il Bologna non si è presentato in campo ma non ha nemmeno mai invocato la causa di forza maggiore; il Bologna non ci ha detto se aveva 7 tesserati da schierare in campo. Riteniamo che il silenzio del Bologna fosse volto a nascondere la loro possibilità di giocare”.

LA DIFESA - A rispondere è Mattia Grassani, legale del Bologna: "Il provvedimento della ASL impediva al Bologna di giocare. Causa di forza maggiore? Il 5 gennaio il Bologna ha comunicato con una pec a Giudice Sportivo, Lega, Federcalcio, Inter e Cagliari il provvedimento della ASL. Non poteva giocare". 

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