Intervenuto su TMW, Michele Criscitiello ha parlato così dei tanti procuratori presenti nel mondo del calcio:

“Non è un male ma sicuramente una anomalia. Tutti lo sanno ma nessuno lo dice. I Presidenti di serie A, anche ad alti livelli, ormai preferiscono fare tutto da soli e la figura del vero Direttore Sportivo è diventata ingombrante. Allora via con intermediari o procuratori che muovono calciatori in entrata e in uscita. Il mercato è ostaggio di questi agenti che sono bravi ma non sempre fanno il bene del club. E soprattutto non fanno questo di mestiere. Perché possono farlo ma si devono dichiarare se non c’è nulla di male. Non è un problema economico, ci mancherebbe, le società con questo modus operandi ci guadagnano anche. I Presidenti pure. Il problema è di gerarchia e organizzazione. Un Direttore Sportivo con la spina dorsale dritta non può fare quello che gli dice un agente perché è stato l’agente a piazzarlo lì. Poi ci lamentiamo che gli incastri non vanno a buon fine, che non riescono i grandi club a far uscire un calciatore e che i soldi finiscono nelle tasche degli agenti. Il sistema è malato. A casa abbiamo troppi direttori sportivi bravi ma che non lavorano solo perché vogliono fare il loro mestiere senza passare dal procuratore-Direttore. Possiamo fare qualche nome ma se lo facciamo sembra uno spot elettorale, invece ce ne frega altamente. Ma vi siete chiesti, ad esempio, perché Petrachi non lavora più? Si, quello che ha portato milioni di euro nelle casse di Cairo e non ultimo quello sconosciuto Bremer preso a due spicci e venduto a 50 milioni di euro. Perché Sogliano doveva andare al Milan con Barbara Berlusconi e poi è finito in C nelle grinfie del Padova e ora a casa senza lavoro? Perché Corvino era finito fuori dal giro e per tornare a fare grandi cose è dovuto ripartire da casa? La lista sarebbe ben più lunga ma se poi non scopriamo mezzo giocatore e i debiti dei Presidenti aumentano non piangiamo e diciamo che la colpa è del sistema. Negli ultimi 15 anni ci siamo consegnati ai procuratori che, ripeto giustamente, fanno gli interessi propri e non dei club. È normale che un allenatore sia assistito da un agente che poi casualmente in quel club piazza 5-6 calciatori? No. Però, ribadisco, accettiamo in silenzio senza lamentarci quando finisce tutto a rotoli”.

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