"Nel futuro i media saranno giudicati dalla loro abilità di distribuire contenuti che hanno importanza per il singolo individuo più che per una larga massa di gente. Il servizio giornalistico di domani sarà misurato dalla sua capacità di venire incintr9 a8 bisogni di conoscenza dei lettori quando questi hanno bisogno della conoscenza, piuttosto che quando gli eventi accadono o viene creata una storia": è la valutazione degli esperti della Workd Assicuation of Newspapers riportata da Vittorio Saladin nel libro, per me di culto, prima ancora di sapere che Carlo Verdelli lo aveva regalato a tutta la redazione quando si insediò alla direzione della Gazzetta, L'ultima copia del New York Times. Il libro, del 2007, è ancora, tutto, di straordinaria attualità.

Il basket come mezzo di comunicazione 

In incontri con ragazzi che solo per convenzione sono definiti lezioni, propongo queso esercizio. Prima leggo il paragrafo originale, poi una versione adattata: "Nel futuro le organizzazioni sportive saranno giudicate dalla loro abilità di distribuire contenuti che hanno importanza per il singolo spettatore più che per una larga massa di pubblico. L'evento sportivo di domani sarà misurato dalla sua capacità di venire incontri ai bisogni di conoscenza del pubblico quando questo ha bisogno della conoscenza, piuttosto che quando gli eventi accadono o viene creata una storia ".Alla fine chiedo: si notano le correzioni o il periodo conserva un suo valore ?
 

Tra i Mattia Bazar e Mourinho

Negli stessi incontri cito tra chi mi ispira maggiormente , con Domenico De Masi, Seth Godin Tim Sandersse proprio lo volete sapere, i Matia Bazar e Mourinho. I primi hanno smantellato l'autoreferenzialita'anni prima del tecnico della Roma cantando che  c'è tutto un mondo intorno, che gira ogni giorno, e che fermare non potrai. Anni dopo Mourinho ha certificato come ci si deve occupare di sport: Chi sa solo di calcio, non sa niente di calcio dice. Veloce sintesi tra la Wna e il mio gotha: non bisogna farsi schiacciare dall'attualità, nemmeno dal calendario, e bisogna essere sempre curiosi. Tradotto in tempi attuali, non c'è solo il Covid, e nemmeno ci sono solo palasport, palestre e campetti.

Francesco uno di noi

Oggi la Gazzetta, a pochi giorni di distanza da una intervista in cui lo scrittore Antonio Scurati ha confessato i suoi trascorsi cestistici, era tanto bravo come giocatore da essersi guadagnato una borsa di studio in un college Usa, pubblica un'altra intervista a tutta pagina con Francesco Piccolo. Per Wikipedia è scrittore ,sceneggiatore e autore televisivo,di grande successo aggiungo io, uno che come residenza potrebbe eleggere le vetrine delle librerie che ospitano spesso i suoi libri. Il titolo dell'intervista sembra introdurre, anche se in modo largo, una chiaccherata calcistica: "Io, Magic e Platini. Da quando mi sono rimesso da tifoso, il calcio è più bello". In realtà Francesco parla di basket: "Sono nato in una famiglia appassionata di basket, che ha fondato la JuveCaserta addirittura"Aggiungo che alla famiglia Piccolo potrebbe essere dedicata una puntata di Basket Chef caso mai dovesse essere realizzato il programma, per ricordare la Hantica trattoria Massa come uno dei tanti covi di baskettari, e Sky permettendo la conduzione del programma dovrebbe essere affidata ad Alessandro Borghese, lui pure giocatore di basket( smettiamola di usare il suffisso ex )

 

Il basket dell'obbligo

Ricordando la Caserta di quegli anni, Francesco usa un'espressione bellissima: c'era la scuola dell'obbligo e il basket dell'obbligo, era la nostra vita. Poi racconta di essere diventato il Magic Johnson di Caserta oer definizione di Flavio Tranquillo, dice che all'arrivo diTanjevic a Caserta pensò di aver trovato Socrate e, da juventino, confessa che per una vacanza sceglierebbe come compagnia  Oscar e non Platini. Quanti di noi sono cresciuti frequentando il basket dell'obbligo ? Tra gli altri pure Roberto Saviano, che del basket non si dimentica mai, unico a raccontare la vicenda di Enes Kanter, il giocatore che sta pagando a caro prezzo la sua opposizione a Erdogan.

 

Non siamo un mondo ...Piccolo

Francesco non se ne abbia a male se uso il suo cognome per un invito alla resistenza cestistica in questi mesi difficili. Fa rabbia leggere che Trento non aveva ieri tre giocatori per Covid, e questo non significa offendere i meriti di Venezia, per citare solo l'ultimo caso. La pandemia passerà, forse dovremo abituarci, ma c'è tutto un mondo intorno. Occuparsi di basket, avere senza vergogna un giusta passione significa trovare spunti dappertutto non solo in risultati, statistiche, protocolli, capienze ridotte, quarantene. Il basket non è un mondo Piccolo. Anni fa ci dicevamo, forse esagerando, di essere uno sport di grandi orizzonti. Se abbiamo perso la bussola non possiamo solo dare la colpa al Covid, dovremmo piuttosto leggere, e ricordare, di più.

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