Nel documentario Lance Armstrong in onda su Sky Documentaries, l'ex ciclista texano ha ricordato alcuni momenti degli anni della più grande truffa del mondo ciclismo che lo ha visto protagonista: “Gli altri ciclisti rivali non mi piacevano e non volevo che mi piacessero. Ed era meglio che le cose restassero così. Li vedevo mentre si stringevano le mani e facevano i carini e pensavo: rammolliti, che cosa fate? Accidenti, tirate fuori un po’ di odio. Invece io ed Ullrich ci rispettavamo. Il mio gesto più cattivo? Contro Emma O’Reilly, una nostra massaggiatrice. Chiamare una donna troia è qualcosa di inaccettabile. … difficile fare di peggio. … Ero un idiota in modalità attacco… Avrei detto qualsiasi cosa in quel momento”. 

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Armstrong e la verità sul doping

Lance Armstrong continua ammettendo ancora una volta le sue bugie: “Quando mentivo ero tranquillo. Tranquillo. Era parte del gioco. Ero talmente abituato che alla fine ero diventato immune a tutto quanto. Qualche volta ho usato la storia del cancro come uno scudo. Ed è stata una vera idiozia. Col senno di poi avrei dovuto separare ciclismo e cancro. Se mio figlio mi chiedesse di doparsi? Se Luke che gioca al football mi dicesse che vuole doparsi direi che è una pessima idea. Sei al primo anno di college… il discorso sarebbe diverso se tu fossi nella NFL. Un eroe popolare”. 

Lance Armstrong e Marco Pantani

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Le parole di Armstrong su Pantani 

Nel documentario c'è anche spazio per un pensiero su Marco Pantani: “Dava spettacolo nella tappe di montagna. L’Italia lo ha abbandonato. Gettato via. Uno dei suoi eroi. Uno che faceva quello che facevano tutti”. 

(Fonte BiciSport)

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