Trapelano nuovi particolari circa il difficile rapporto tra Roberto Mancini e l’ex calciatore francese del Manchester City, Samir Nasri. Quanto il tecnico italiano era alla guida degli Sky Blues, i litigi con il fantasista transalpino si consumavano di frequente e all’interno dell’auto biografia di uno dei pilastri di quel City, Micah Richards, è presente un racconto dettagliato dello scontro forse più clamoroso tra i due. Ecco le parole di Richards in merito: 
 

“Un paio di giorni prima del derby di Manchester nel 2011, Nasri ha litigato con Mancini, la più grande discussione che abbia mai visto. Mancini aveva indicato la squadra che voleva far giocare all'Old Trafford e noi stavamo eseguendo sul campo i movimenti che avremmo fatto in certe situazioni. È noioso, ma è una di quelle cose che devi fare. 

Dopo un po' Samir perse la pazienza. Mancini continuava a fermarci per spostare Nasri. ‘No, tu qui, tu qui', diceva, e poi ricominciavamo. Poi un fischio. ‘Samir, tu qui, tu qui'. Ancora e ancora, finché Nasri non ne ebbe abbastanza. ‘So cosa cazzo sto facendo,' gridò a Mancini, e poi se ne andò. È un tabù abbandonare una sessione di allenamento, ma a Nasri non importava. Non doveva essere preso in giro. Continuò finché non scomparve dentro. Mancini sostituì Nasri con James Milner e riprese la sessione".


LA MINACCIA - “Quando abbiamo finito di allenarci, hanno ripreso da dove avevano interrotto. Si urlavano addosso, imprecavano in francese, nessuno dei due si muoveva. Fu un macello assoluto. Alla fine Nasri lo minacciò: ‘Parlami di nuovo in quel modo e ti prenderò a calci in culo', disse. Al suo allenatore. Non credo fosse una minaccia campata in aria. Samir non era tipo da tirarsi indietro. È stata l'unica volta in cui ho visto Mancini andarsene. 


Quel fine settimana siamo andati all'Old Trafford e abbiamo vinto 6-1. Milner è stato brillante, forse la sua miglior partita che io gli abbia mai visto giocare. Ma non doveva essere nella squadra titolare. Nasri lo era. Invece è finito in panchina, come punizione per aver minacciato il suo allenatore".

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