Combattere una guerra contro una super potenza militare come quella russa, non è un qualcosa che tutti possono fare. Per affrontare un conflitto di tale portata, al fianco di una nazione invasa come lo è l’Ucraina - numericamente inferiore rispetto alla Russia, ma superiore a livello strategico dati i risultati sul campo di battaglia - si deve tirar fuori qualcosa in più, soprattutto dal punto di vista mentale oltre che strategico militare. L’ex pilota dell’Aeronautica Militare Italiana, Giulia Jasmine Schiff, è senza dubbio una ragazza tosta,  capace di partire da sola verso l’est Europa per andare a combattere l’esercito di Putin al fronte. 

Ciò che impressiona di più a riguardo la 23enne veneta è la determinazione con il quale affronta le sue battaglie. Già, perché l’ex pilota militare di battaglie ne stava già affrontando, come quella legale che l’ha vista coinvolta per aver denunciato nel 2019 degli atti di nonnismo, subiti da parte di otto sergenti del 70° stormo dell’Aereonautica Militare di Latina durante il cosiddetto “battesimo del volo”. 

La doccia fredda arrivata dal Consiglio di Stato, il quale nel 2021 ha confermato l’espulsione dall’Aeronautica Militare italiana dopo che quest’ultima giudicò Giulia di non essere adatta alla vita militare per “inettitudine”. La sentenza non ha scalfito la ragazza di Mira - figlia di Dino Schiff, anch’egli ex pilota dell’Aeronautica Militare Italiana - che sta portando avanti la propria battaglia, sicura di aver subito un torto inaccettabile da parte dell’Aeronautica. Il processo contro gli otto sergenti - ex colleghi della ragazza - è iniziato a novembre 2021 e Giulia ha partecipato a tutte le udienze svolte finora. 

 

La sete di giustizia, il dovere di aiutare un popolo aggredito e anche la voglia di riscatto nei confronti di coloro che l’hanno ingiustamente sottovalutata - forse in realtà temuta? - in passato, nonostante i brillanti risultati nei corsi di Aeronautica da lei sostenuti, ha portato la ragazza fino alla Guerra in Ucraina, al fianco della International Legion of Territorial Defense of Ukraine. Una scelta importante, rischiosa, per molti incosciente, ma senza dubbio coraggiosa e di gran valore. La ragazza è tra i pochi italiani che si sono arruolati nella legione per combattere il cosiddetto “orso russo”. Dei veri e propri leoni e Giulia è l’unica italiana ad aver fatto questa scelta in difesa di un paese sotto le bombe. I suoi compagni nella legione hanno elogiato la ragazza, che sta risultando un vero e proprio valore aggiunto dal punto di vista strategico e non solo. Oltre all’ambito militare, la 23enne ha pure conquistato diverse vittorie e medaglie importanti nello Spartan Race, la più popolare corsa a ostacoli del mondo, facendo registrare tempi importanti (talvolta superiori pure a quelli maschili). 

 

Intervistata da Giuseppe Brindisi durante l’ultima puntata di Zona Bianca, Giulia ha rilasciato le seguenti dichiarazioni relative la sua esperienza in guerra al fianco dei soldati ucraini: 

Ciò che mi a spinto a prendere questa decisione? Ho sentito nel mio cuore che il nostro paese non stesse reagendo a sufficienza. La diplomazia è molto importante e fondamentale perché la guerra non è mai la scelta opportuna, ma in certe circostanze si deve rispondere con il pugno di ferro perché come stiamo vedendo con i nostri occhi, il risultato è il genocidio. Forse se avessimo reagito da subito con più fermezza, questo massacro sarebbe stato evitabile”. 

Giulia Schiff - Twitter
 

 

Riguardo alla domanda inerente la legalità o no circa la sua partecipazione attiva in questa guerra, la ragazza ha detto: “È assolutamente legale. La Farnesina ha ovviamente e caldamente sconsigliato di recarsi in queste zone. Hanno fatto bene perché non è un gioco e se non si è preparati e senza addestramento, si rischia di non tornare più a casa. Non hanno vietato di venire qua perché ognuno di noi è libero di scegliere”

La tesi di Giulia è stata confermata pure dal suo avvocato Massimiliano Strampelli, dato che la normativa sanziona solamente i mercenari e i terroristi.

Durante il dibattito in studio, la Schiff ha precisato un punto fondamentale contro coloro che dubitano degli attacchi russi nei confronti degli ucraini: “Non sono gli ucraini che si tirano le bombe addosso. Stiamo vedendo situazioni in cui ci stanno i russi che lasciano i cadaveri degli ucraini con le svastiche scavate nel petto con simboli nazisti. Ucraini nazisti? Io sono qui da due mesi e di nazisti non ne ho visti neanche mezzo. Se volete scambiare il patriottismo con il nazismo, forse avete i salami sugli occhi. Ma ci siamo resi conto di quello che sta accadendo? Decine di migliaia di persone e di civili ammazzati. Secondo voi sono gli ucraini che si ammazzano da soli, così per dire ‘no ma è stata la Russia’. Ma siamo veramente a questi livelli?” 

 

BATTAGLIONE AZOV - “Ho conosciuto un sacco di ragazzi del Battaglione Azov che sono dolcissimi che cercano di proteggere genitori, famiglie, amici, la propria terra. Hanno detto che c’è qualche persona molto di destra ma di nazisti manco traccia. Zero. È tutta propaganda russa. Anche in Italia ci stanno ancora i rimasugli del secolo passato, ma non per questo diciamo ‘ah l’Italia è nazista o fascista’. Personalmente dopo due mesi che sono qua, io sono una persona molto socievole e ho conosciuto un sacco di persone (...), vi posso dire che qua paradossalmente ho avuto l’impressione che abbiano una mentalità molto meno razzista che non in Italia. Sono molto open mind”.

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