Il giornalista Giuseppe Cruciani ha parlato della morte dell'ex calciatore Gianluca Vialli durante una recente puntata di Juventibus, condotta da Massimo Zampini. Ecco la sua riflessione, raccolta per voi da Il Pallone Gonfiato:

 

"Vialli? Mi sono piaciute di lui alcune risposte che diede sul doping anni fa. L’ho conosciuto poco, l’ho visto una volta a un evento. Mi piace questa sua riservatezza della famiglia, la non esposizione e non ne farei nemmeno un vanto. Come al solito sentiamo in questi giorni, ed è anche normale che sia così, un sacco di ricordi personali…più che di Vialli, le persone ricordano più se stesse che Vialli. Questo fenomeno un po’ assurdo del ricordare episodi personali con Vialli ma più per ricordare episodi della propria vita che episodi che riguardano Vialli. E’ stato detto un po’ tutto su che tipo di persona era, poi nessuno lo conosce in privato tranne i suoi familiari e poche altre persone…per cui a me gli elogi post mortem mi sono sempre sembrati un po’ assurdi. Chi ha avuto rapporti con lui può raccontare che tipo di persona che era dal punto di vista delle relazioni umane e non solo professionali. Stiamo assistendo all’esaltazione post mortem di una persona che è stato un grande professionista, un grande giocatore che ha segnato sicuramente una pagina importante dello sport e del calcio italiano, su questo non c’è dubbio. L’unica cosa che mi dispiace di Vialli è che non ha dato alla Nazionale quel contributo che avrebbe potuto dare per vari incroci nel Mondiale del 1990 per via di un infortunio, vicenda Schillaci. Nel 1986 era troppo giovane ma forse meritava di debuttare lì, dato che la Nazionale dal punto di vista degli attaccanti non era il massimo. Nel 1994 non venne convocato perché con Sacchi non si prendeva. L’unico rammarico è stato questo”

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