Un oro, un argento, qualche risultato storto, la scoperta del basket 3contro 3, Fognini e Sonego che vanno avanti nel caldo, il nuoto che prenota le prime finali, la scherma femminile che invece le manca: questo il biancio della prima giornata di gare a Tokyo

Già scritto. Ma ogni tanto è giusto ripetersi. In Italia pratichiamo quasi 400 discipline sportive: per gli altri è una esagerazione, uno spreco; per noi è quello che siamo, un Paese di tanti campanili. Il fatto è che sotto al campanile ci sono, di solito, una scuola, un buon maestro, una brava maestra. Sono questi gli ingredienti perincipali di quello che chiamiamo genius loci, la magia per cui una comunità si specchia in uno sport, in un evento, in una squadra. Prendiamo Jesi, provincia di Ancona, Marche. Jesi nell'estate del 2021 è quello che è già stata e continua a essere, nello sport, almeno dall'88, una piccola grande capitale italiana: uno jesino che ha appena vinto da allenatore della Nazionale di calcio, occupando con lo stesso garbo ogni pausa pubblicitaria delle partite, si mette in coda come una persona comune dal salumiere; una jesina che è una leggenda dello sport vola a Tokyo da sottosegretario allo sport del governo italiano. Aggiungiamo che Julio Velasco, libero pensatore prima e più che allenatore di volley, ricorda in diretta tv che Jesi è stata la sua prima città arrivato in Italia dall'Argentina: ho conosciuto Mancini indirettamente, era già al Bologna - ha detto - perchè le assi per il letto me le fecero fare da suo padre, un fior di artigiano.

Il buon maestro 1

Ezio Triccoli. E'partito tutto  da lui a Jesi. Lui la scherma la conobbe da prigioniero in un campo di concentramento in Sudafrica: un bel libro di Carlo Annese, I diavoli di Zonderwater, racconta la storia. La storia di un uomo che per non perdere la dignità impara la scherma che gli insegna un altro prigioniero. Non perdere la dignità vuol dire anche saper riconoscere i veri valori. Triccoli, tornato in Italia, fa partire una sua scuola a Jesi. Dicono che i suoi ateti hanno più rabbia che tecnica: non è vero, sanno bene come comportarsi, c'è un tempo per il furore e un tempo per le finezze. La prima medaglia d'oro individuale di Jesi è di Stefano Cerioni nell'88, lo stesso Cerioni che diventerà poi erede da tecnico del maestro. Poi arrivano le donne, e la medaglia d'oro diventa un'esclusiva delle ragazze di Triccoli, una sequenza incredibile: oro la Trillini nel 92, oro a squadre nel 96, sempre nel fioretto, quando la Vezzali si svela con un argento, e poi ancora tre ori in fila della Vezzali, mentre la squadra diventa il Dream Team de noantri, come a Londra, tre italiane sul podio, e prima Elisa Di Francisca, l'ultima erede. Questa non è la storia di un paese solo, è la storia sportiva di un Paese: un buon maestro, la sua passione, una palestra senza lustrini ma con tanta luce. Nella foto il Dream Team medaglia d'oro a squadre a Londra 2012: Elisa Di Francisca oro individuale, Arianna Errigo argento e brianzola infiltrata, Valentina Vezzali bronzo, Ilaria Salvatori infiltrata romana.

Il golden buzzer per il taekwondo

Lì'ho presa larga per raccontare il primo oro azzurro a Tokyo, Vito Dell'Aquila mi perdonerà Continuo, con un consiglio credo originale: cercate su Youtube l'esibizione ad America Got Talent del World Taekwondo Demonstration Team. Quel programma è il regno di Symon Cowell, un genio apparentemente burbero che si scioglie in un sorriso quando riconosce il talento. Lui è un guru mel mondo della musica, ma nel video che dovete guardare è ben felice di vedere un altro giudice, quasi seccato per essere stato anticipato, regalare il Golden  Buzzer, ovvero la promozione istantanea alla finale, all'esibizione di una squadra di taekwondo voluta dal presidente mondfiale della Federazione per raccontare cosa è questa disciplina. Disciplina appunto, nessuna violenza gratuita, un senso dello sopettacolo che ti fa dire wow per ogni movimento. Alla fine i ragazzi, all'epoca ancora organi dei Giochi, aprono uno striscione: La Pace è più importante del Trionfo. E lo stesso fecero a Matera quando li invitammo come ospiti della Capitale Europea della Cultura. Perchè a un certo livello lo sport è soprattutto cultura.

Un altro buon maestro, e un esempio d'oro

Mauro Sarmiento oro a Pechino, Angelo Cito presidente della Federazione, Carlo Molfetta oro a Londra: con il taekwondo ho fatto una collezione di brave persone. Di belle persone. Che abbiano raggiunto certi risultati è la dimostrazione che lo sport sa essere giusto. Ma parlavamo di genius loci. Carlo Molfetta, che adesso è un tecnico, è di Mesagne. Di dove ? chiederà qualcuno. Mesagne, provincia di Brindisi, Puglia. Mesagne è il regno del maestro Roberto Baglivo, la sua palestra è la luce, e i ragazzi quando vedono un faro gli vanno incontro. Nessuna retorica, come ha detto Velasco alla Cerimonia, quando riconosciamo un buon esempio lo seguiamo volentieri. Di più, lo seguiamo con passione. Oggi Vito Dell'Aquila, nella foto in rosso, poco più di venti anni, il desiderio di diventare giornalista che me lo fa essere ancora più simpatico, ha vinto la sua prima medaglia d'oro nel taekwondo, la seconda per il suo paese, e la seconda che Mesagne regala al Paese. Il maestro Baglivo ha indicato la strada, Carlo Molfetta l'ha riconosciuta e praticata senza tenere per sè il segreto, e oggi la medaglia d'oro di Vito è anche loro

Ultima tappa, Virtus 150

 

La Virtus è una delle società sportive più antiche d'Italia e d'Europa. E'nata nel 1871, anno dispari, dunque non ha mai potuto celebrare una sua ricorrenza tonda nello stesso anno delle Olimpiadi che si sono svolte sempre in anno pari. Il Covid ha sconvolto i calendari anche dello sport: in questo 2021 dispari, la Virtus può finalmente dire di essere nata 25 anni prima dei Giochi, e di nuovo non è retorica, ma storia, dire che la Virtus, il suo fondatore Emilio Baumann, ha fatto da apripista per Pierre De Coubertin e i Giochi. Lo slogan dei 150 anni è del Cardinale Zuppi: Avrà un futuro chi non ha paura del futuro. Senza paura, anzi con gran fiducia nel genius loci virtussino, che nella scherma significa una ricca tradizione nella sciabola, se non si vuole viaggiare fino alle radici della scherma, rinforzata dal fatto che lui, foggiano, ha trovato un altro foggiano, Marcello Scisciolo, anima sportiva di un progetto che è persino più robusto, Gigi Samele si è spostato a Bologna. E a Bologna tornerà per far vedere la medaglia d'argento con cui rinnova la tradizione interpretata negli anni sessanta da Calanchini. Prima, tre impegni: 1 domani festeggiare il compleanno godendosi di un argento prezioso, anche per rendere omaggio  all'oro di Szilagy; 2 seguire lunedì la fidanzata, Olga Kharlan, anche lei virtussina doc, pur se nazionale ucraina; 3 guidare il gruppo azzurro nella prova a squadre il 28 luglio. Sintesi di tutto, presto ci sarà una Virtus scherma anche a Roma e poi persino a Kiev: non bisogna essere gelosi del genius loci, certi segreti valgono quando insegnati ad altri.

 

 

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