E anche la prima giornata dei gironi di Champions League è andata. Con sorprese più o meno prevedibili e risultati che hanno confermato lo stato di forma delle squadre italiane.

Ha esordito il Milan che, di fronte ai propri tifosi, sfidava il Newcastle di Eddie Howe. Uno scialbo 0-0 che non rende giustizia a quanto creato dalla formazione di Stefano Pioli, ma se poi a pochi metri dalla porta c'è un calciatore - Rafa Leao - che prova giochi da circo inutili, irritanti e senza senso - allora forse non meriti nemmeno di segnare e vincere. Ecco quello che non deve fare il Milan: dopo le cinque sberle prese dall'Inter nel derby, Pioli si aspettava una reazione che c'è stata, ma ancora una volta è mancata quella concretezza necessaria in gare come queste. Tante occasioni costruite, zero finalizzate, con la ciliegina sulla torta mancata dal portoghese, che ha giocato 90' da egoista, ciò che non dovrebbe mai accadere dopo aver preso un'imbarcata come quella contro i nerazzurri. Ora bisogna sperare che questi due punti persi non vengano pagati a caro prezzo alla fine dei conti.

La Lazio pareggia in extremis contro l'Atletico Madrid, grazie alla rete di Ivan Provedel. Secondo gol per lui, che aveva già segnato tre anni fa. La formazione di Maurizio Sarri, dopo le tre reti prese dalla Juventus, esordisce in Champions League nel migliore dei modi, va sotto con un gol fortunoso e poi ha la bravura di rimanere in partita, raggiungendo il pari in maniera meritata dopo aver creato molteplici occasioni da rete. I biancocelesti hanno messo in campo tutte le forze possibili e qui c'è da fare un discorso. Già con l'Europa League, la Lazio non riusciva a gestire al meglio le proprie forze e il doppio impegno. In una competizione che assorbe ancora più energie, quest'anno sarà diverso? In campionato il cammino è iniziato in maniera difficoltosa, per questo motivo Sarri dovrà gestire al meglio le proprie pedine.

L'Inter pareggia 1-1 in casa contro la Real Sociedad. Una prestazione sottotono, quella offerta dai ragazzi di Simone Inzaghi, che vanno sotto grazie a una giocata horror di Bastoni e poi sono fortunati a rimanere in partita fino all'ultimo, giusto per dare il tempo a Lautaro Martinez di regalare ai nerazzurri un punto importante. L'Inter alla fine poteva anche vincere, ma non sarebbe stato giusto. La gara di ieri ha dimostrato una cosa: tornare in finale di Champions League sarà quasi impossibile, l'anno scorso i nerazzurri hanno incrociato forse le più abbordabili fino alla semifinale e già da questa prima giornata si è capito quanto l'anno scorso sia accaduto qualcosa che difficilmente potrebbe accadere nuovamente. Poi magari verremo smentiti, chissà, ma la gara di ieri ha dimostrato che in questa competizione le italiane sono indietro anni luce rispetto ad altre big europee.

Infine il Napoli che, dopo il pareggio di Genova, vince 2-1 in extremis contro il Braga. La rete decisiva non è una rete, bensì un autogol, ma i partenopei hanno creato molto e la vittoria può anche essere giusta, ma ci sono due dati da sottolineare. Il gioco ancora non c'è, anzi: quando il Braga ha iniziato a spingere, cioè soltanto negli ultimi minuti di gara, la formazione di Rudi Garcia è andata in difficoltà. Alcune pedine, inoltre, sembrano irriconoscibili rispetto lo scorso anno: Zambo Anguissa, ad esempio, è inguardabile. A chi attribuire le colpe? I conti si fanno alla fine, la vittoria di ieri scaccia un po' la crisi ma serve altro, perché la stagione è lunga e tutte le avversarie, in Italia e in Europa, non hanno più paura del Napoli e pensano di poter vincere, in ogni occasione. Questo con Spalletti non sarebbe mai successo.

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