La Scala sull'Inter: "Era in fallimento, le norme covid l'hanno salvata"
L'avvocato Giuseppe La Scala ha parlato della situazione societaria-economica del club neroazzurro
Dopo un periodo complicato, negli ultimi anni l'Inter è tornata a essere protagonista assoluta in Italia e in Europa. Il campionato appena vinto e la finale di Champions raggiunta lo scorso anno sono la ciliegina sulla torta di un processo di rinnovamento profondo avviato ormai diverse stagioni passate. Spesso si è parlato però di problemi economici legati al club neroazzurro e, ancora si vocifera di una presidenza indebitata. Un retroscena importante lo ha svelato Giuseppe La Scala, avvocato e presidente dell'Associazione Piccoli Azionisti del Milan. Quest'ultimo ha parlato addirittura di presunto fallimento.
La scala svela: “L'Inter sarebbe fallita”
La Scala è intervenuto ai microfoni di TvPlay e ha parlato dei problemi economici avuti dall'Inter nel periodo precedente al Covid. Secondo lo stesso, il club era molto vicino al fallimento prima delle normative attuate per far fronte all'emergenza causata dalla pandemia. Ecco il suo discorso:
L'Inter, come tante altre squadre, dal punto di vista degli indici di solvibilità, è tecnicamente fallita. Ha potuto campare in questi anni grazie alla circostanza che le normative sul Covid abbiano consentito di non coprire le perdite e di gestire la finanza, con riguardo il pagamento delle remunerazioni dei calciatori, in modo totalmente lasco
La Scala sulla situazione economica attuale dell'Inter
Lo stesso avvocato ha poi sottolineato come ora la situazione economica stia migliorando dal punto di vista delle perdite, ma costringendo la società a consumare denaro in maniera progressiva e veloce. Ecco il suo intervento in merito:
Adesso l'Inter sta recuperando grazie ad una dirigenza di altissima qualità dal punto di vista del contenimento delle perdite, ma continua a bruciare cassa. Ha la proprietà che si trova di fronte alla necessità di rimborsare i bond, innanzitutto quelli stipulati a monte, in capo alla catena di controllo, a tassi per i quali il rifinanziamento costa circa il 15% in più all'anno su 400 milioni
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