La redazione ha avuto il piacere di intervistare Simonetta Bortolotti, presidente della SEF Virtus oltre che docente di ginnastica artistica. L'ex atleta ha partecipato al progetto comune tra Italia e Romania che condusse la “star” Nadia Comaneci a vincere tutto alle Olimpiadi di Montreal del 1976. Dal ’78 all’80 la squadra della V nera da lei diretta, grazie alle sue allieve Valentini, Giorgini e Silva, ha primeggiato tre volte consecutivamente nella classifica a squadre nazionale.

Quali sono le basi della ginnastica ritmica?

Se le intendiamo come qualità fisico motorie, sono la destrezza, cioè la capacità di esprimere la risposta motoria più esatta nel minor tempo possibile, riscontrabile nelle "prese al volo" e manipolazioni di piccoli attrezzi, l'orientamento, la mobilità osteoarticolare accompagnata dall'equivalente elasticità muscolare necessarie per la grande ampiezza dei movimenti; la destrezza è innata, può sopperire in parte ad essa la coordinazione con tanto allenamento ma chi ne è dotato , avrà sempre una marcia in più.

Come si formano gli insegnanti? 

Ci sono vari canali formativi: i corsi di vario livello della FGI, degli Enti di Promozione, la facoltà di scienze motorie. Quelli di FGI sono a moduli e sono validi soprattutto per l'attività ordinaria, e Silver, ma appena si va verso la Gold bisognerebbe unire a Scienze motorie (anatomia fisiologia) i corsi federali di 2° e 3° livello, le esperienze personali che arricchiscono moltissimo, soprattutto se di buon livello. Il desiderio di migliorarsi e di cercare presso chi ha più esperienza, una personalità incline all'allenamento dei ragazzi inteso come guida e supporto.

Quali sono le differenze di atteggiamento e mentalità tra l'Italia e gli altri paesi di alto livello nel rapporto tra atleta e "maestro"?

Nei paesi più avanzati, è molto sentita la gerarchia dei ruoli, e in certi paesi ciò ha anche ragioni politiche, ma soprattutto le scuole importanti non hanno problemi, chi ci va sa già quali sono le regole: il rispetto, la dedizione allo sforzo, alla fatica ed anche il comportamento. Poi si può trasgredire.....la Comaneci a Bologna, durante i Collegiali presso il Centro permanente svoltisi insieme all'Italia, si è scoperto che mangiava il Toblerone. Per fortuna era già molto forte e le è andata fatta bene, perché i rumeni non scherzavano.

Gli allenatori e le atlete in tutte le squadre del mondo lavorano insieme tante ore al giorno, accumulano gioie, frustrazioni e stress e spesso se li comunicano, ma credo proprio senza malvagità; la battuta del coach, il nomignolo affibbiatogli spesso diverso nei momenti di svago o di tensione saltavano fuori…, ma privi di malvagità!

Nei paesi avanzati gli atleti "riserva" sanno che sono estremamente importanti e rispettati: la richiesta alla loro disponibilità e collaborazione a mantenersi al top è al massimo : perchè la squadra in caso di bisogno non può affondar e loro si sentono onorati di doversi mantenere pronti comunque ad entrare in prima linea. L'atleta che non capisce o non sente  a quali principi deve ispirarsi, fa molta più fatica a vivere in un Centro Tecnico che si prepara per grandi eventi…

Esistono limiti alla cura della magrezza? C'é un codice dello sport italiano e della ritmica in specifico?

Sul peso i limiti li può tracciare la visita medica agonistica e mi sembra che fossero tutte abilitate. Il medico sportivo alla visita di idoneità agonistica  a volte ha fermato anche  le sottopeso. Si deve poi anche considerare che un po’ di sovrappeso influisce struttura muscolare ed osteoarticolare ...la seconda legge di Newton non l'ha inventata la Maccarani: se la potenza è inversamente proporzionale alla massa corporea, 500 grammi in più cambiano l'esecuzione del salti , la farfalla vola meno, non solo, ma all'arrivo su qualsiasi parte del corpo ha un impatto più pesante e  la possibilità di trauma è maggiore. Quindi la "pesa": si è importante per  mantenere il peso, per volare, ma è così per tante discipline…

Noi pesavamo le ginnaste nei all'inizio dei due allenamenti giornalieri e la linearità dei cali ponderali e dei recuperi non era solo indice di alimentazione regolare o minimale, ma anche di carichi di lavoro corretti , adeguati al periodo...che poteva essere di allenamento a breve, a lunga durata, o di preparazione alla gare.

Il Presidente e il Consiglio Federale fanno riferimento alla etica comportamentale o non interessa? 

Sì, c'è un codice etico e la prassi comportamentale nell'ambiente ha sempre avuto un peso, è un ambiente educativo e formativo, fin dai primi passi.

Perché le atlete che denunciano sono quasi sempre ex? 

Le denunce tardive mi hanno sempre dato la sensazione di persone che non valutano correttamente ciò che stanno facendo, non danno un valore a sé stessi o al proprio lavoro, altrimenti protesterebbero subito, sia loro che i genitori. Sono anche colpita dal fatto che una ginnasta che si classifica riserva e rinuncia per questo alla  squadra genera una nuova riserva al posto suo. Non la chiamano, magari è molto arrabbiata e si sfoga come può, in questo caso reagendo nel modo peggiore, temo.

Si può dire che spesso per diventare campioni si è conniventi e poi da più adulti ci si scopre scrupolosi - e tardivi - seguaci del "bene"?

In alcuni casi si, soprattutto a quelle bimbe o mamme che credono di andare a Miss Italia!

Cosa c'è da riformare nel sistema della ginnastica italiana?

Aumentare la cultura, oltre a  mantenere il potere decisionale alle gerarchie preposte (presidenti-allenatori-giudici-medici), ma soprattutto tanti tanti impianti.

Cosa succedeva all'epoca in cui Lei gareggiava?

Tanti anni fa, si andava ai corsi  ai collegiali....per imparare ci si metteva a ruota dei più anziani, e si lavorava con loro; adesso tutti guardano i filmati e pensano di imparare le tecniche da quello che vedono, ma quello è un punto di arrivo... e poi come diceva il mio Presidente Fontana, di insegnare ai talenti, ce la fa anche il postino, ma gli altri? Le squadre alle Olimpiadi se va bene di talenti su 6 ne hanno 1 o due, le altre bisogna costruirsele. 

Le ragazze "ci marciano"? Se sì, secondo Lei, in quale proporzione?

Certo, il rumore fa tendenza  e molte seguono attribuendo a volte il proprio insuccesso all'insegnante cattivo. Nel mondo degli istruttori, come in quello degli insegnanti, il vissuto personale è molto determinante. Non tutti sono in grado di insegnare in modo psicologicamente ottimale, anche se padroni della disciplina; o non tutti sono preparati ad affrontare certi livelli che bisognerebbe consentire a chi ha la titolarità. 

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