A scuotere il mondo del pallone in Italia è l'ennesimo scandalo venuto fuori da un'indagine della Procura di Roma, e che vede coinvolto Gabriele Gravina, sul quale spende un'accusa di autoriciclaggio. Secondo gli inquirenti, il presidente federale è indagato per presunte irregolarità sul bando dei diritti televisivi della Lega Pro istituiti nel 2018. 

Gabriele Gravina, presidente Figc

Il bando infatti sarebbe stato vinto da un'azienda collegata ad una compravendita di libri antichi di proprietà proprio del presidente federale, libri opzionati ma mai venduti, con caparre rimaste allo stesso Gravina per una cifra pari a 300 mila euro. Non solo, si indaga anche su un appartamento acquistato con extrabudget post appalto. Accuse che lo stesso Gravina rispedisce al mittente:

"A livello personale c'è amarezza, mi dispiace. Quando ricopri una carica istituzionale e vieni colpito a livello personale è chiaro che si soffra, perché viene meno la credibilità. Qualcuno, da un pò di tempo, cerca di minare la stabilità del nostro sistema ma non sa che caratterialmente sono forte. Tutta l'attività di dossieraggio che mi è stata recapitata è fatta di contenuti falsi. Ho dovuto chiedere di essere indagato. So che è una contraddizione ma era necessario da parte mia. Nessun magistrato mi ha rivolto nessuna accusa, sia chiaro, pertanto mi sono fatto indagare per difendermi. Ho esibito documenti ufficiali con data certa e tutto ha avuto riscontro e risposta. E' giusto che i magistrati svolgano serenamente il loro lavoro, ma se ci sono delle responsabilità voglio sapere i nomi dei mandanti del dossieraggio".

 

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