Arianna Mihajlovic, moglie dell’ex allenatore del Bologna, Sinisa Mihajlovic, si è confessata a Verissimo su Canale 5 e ha rivelato alcuni retroscena importanti mai rivelati prima, sulla malattia che colpì l’ex campione della Lazio. Un racconto struggente e che ha commosso a tutti in studio. 

 

Il racconto di Arianna sulla malattia di Sinisa Mihajlovic 
 

Il racconto di Arianna Mihajlovic sulla leucemia che ha portato alla morte l’ex campione serbo due anni fa, è stato struggente. Ecco le parole della moglie di Sinisa, raccolte da Il Pallone Gonfiato

È stato un grande amore. Veramente un amore stupendo e sono felice nonostante quello che ci è capitato, di aver avuto l’onore di vivere questi 27 anni con questa persona stupenda e di aver avuto questo privilegio (…). Era luglio ed eravamo in vacanza in Sardegna con la famiglia, mi ero accorta che lui era più stanco rispetto alle altre volte. Lui sempre dinamico e attivo, mi ero accorta della sua stanchezza perché si addormentava spesso dopo pranzo. Cosa che lui non faceva mai. Mi disse che era perché lui veniva da una stagione molto complicata e che doveva riposare. Un giorno dopo aver giocato una partita a tennis con il suo amico Dario Marcolini, il giorno seguente non si alzava più dal letto. Non riusciva più a camminare. Quindi andammo al pronto soccorso, ma non capirono bene cosa fosse. Poi lui doveva partire per il ritiro e mi  disse di non preoccuparmi, perché si sarebbe fatto controllare a Bologna per tutti gli accertamenti”

La cosa che mi fa più male è che lui è stato due giorni…cioè avevano sospettato la leucemia, ma lui doveva aspettare due giorni per l’esito degli esami. Non ha detto niente a nessuno e per due giorni e rimasto in camera d’albergo. Non ha detto niente a me, ai suoi figli per non spaventarci. A me l’idea che lui stesse in quella camera, solo e senza condividere questa sofferenza, successivamente mi ha fatto stare molto male. Quando stavo cenando con i miei figli, lui mi ha telefonato e mi ha detto ‘amore ti devo parlare’. Io pensavo a tutto, tranne che a una cosa del genere. Pensavo che dovesse dirmi di andare a lavorare all’estero, ho pensato subito al lavoro. Invece lui bruscamente mi ha chiamato e mi ha detto ‘amore, ho la leucemia’. Io sono rimasta sbalordita, non ho reagito e non sapevo cosa fare. Gli dissi ‘non ti preoccupare. Affrontiamo tutto, domani prendo l’aereo e vengo da te’. Quindi da lì abbiamo iniziato questo percorso di cure, la prima volta eravamo molto forti. Combattevamo perché veramente pensavamo di vincerla. Infatti dopo il primo trapianto di midollo, era andata benissimo e si era ripreso alla grande. Era tornato come prima”

Mihajlovic
L’ex allenatore del Bologna, Sinisa Mihajlovic 


LA RICADUTA - Arianna ha proseguito così il suo racconto: “Purtroppo dopo due anni e mezzo ha avuto la ricaduta. In quel momento sono crollata e ho avuto veramente paura di perderlo. È stato uno dei momenti più brutti di questo percorso, perché capii che la situazione era grave. Sinisa subì un secondo trapianto, è stato tostissimo. Ho sofferto tantissimo quando è morto, ma per me anche i quattro anni precedenti sono stati devastanti. Ancora adesso mi devo riprendere. Ho avuto degli shock per tutto quello che ho visto negli ospedali, nell’ospedale di Bologna dove lui è stato ricoverato. I medici del Sant’Orsola hanno fatto il possibile per salvargli la vita. Sono state tutte persone stupende, ma purtroppo non c’è stato niente da fare. Vedere negli occhi di Sinisa il terrore, le immagini di quando ha affrontato quei due trapianti, quando le cure andavano male…sono stati dei momenti drammatici. Li ho vissuti intensamente. Devo riprendermi ancora. La notte ho ancora dei flash di tutte le cose brutte che ho visto”

Lui dopo il secondo trapianto andato male, c’era soltanto in altra possibilità che era una cura sperimentale che facevano soltanto a Bergamo. I medici gli dissero ‘Sinisa, questa è la tua ultima possibilità’. Inizialmente sembrava che andasse bene, poi ha avuto un tracollo e ha iniziato a stare male. I medici mi hanno convocata. Io mi sono raccomandata di non dire niente a lui perché lui per andare avanti, aveva bisogno sempre di una speranza. Io non potevo togliergli la speranza di non farcela, lui era convinto di farcela. Correva, non pensava di morire. A Bergamo mi dissero che purtroppo non c’era più nulla da fare. Il viaggio di ritorno da Roma, fu allucinante perché stavamo in macchina e lui mi guardava. Non mi ha mai parlato della morte, ma mi disse che gli dispiaceva non poter vedere crescere i miei figli. Io non volevo dargli la sensazione che stesse andando tutto male. Mi sono confrontata con i miei figli e decidemmo di non dirglielo. Fu uno shock enorme, perché abbiamo vissuto l’ultimo mese sapendo che da lì a pochi giorni sarebbe morto. Lui era all’oscuro di tutto, fingere è stato molto doloroso. I miei figli hanno sofferto tantissimo di questa cosa e ancora oggi ne parlano”

 

La scomparsa vissuta con i figli e l’ultimo importante messaggio di Sinisa

Arianna ha poi rivelato come ha vissuto gli ultimi momenti al fianco di Sinisa, rilasciando un aneddoto privato importante: 

In quel momento eravamo tutti lì. I miei figli, il suo migliore amico, mia madre, la mia nipotina. Il suo respiro si faceva sempre più affannoso. Ci siamo messi attorno tutti quanti, lui respirava a fatica. Poi gli ho preso la mano e gli dissi ‘amore, non ti preoccupare. Ci penso io ai ragazzi. Vai’. Lui non voleva proprio andarsene. Appena pronunciai quelle parole, non ce l’ha fatta, è morto. Ha fatto l’ultimo respiro, è stato un momento fortissimo. Momento bruttissimo ma emozionante, abbiamo sentito attorno a lui una forza e poi ci siamo messi a piangere tutti. Cosa che non avevamo mai fatto. Io non lo avevo mai fatto in quattro anni, non mi sono mai fatta vedere piangere da lui: se vedeva crollare me…ero la sua roccia. Lui era attento a tutte le mie espressioni”


LA DICHIARAZIONE - “Due giorni prima di morire mi ha detto ‘ti amo’. Stava andando con il medico, io non sapevo come fare. Non riuscivo a dirglielo per prima, devo trovare qualcosa per farmelo dire. Lui stava parlando con l’oncologo Marchetti, un nostro amico ed è stato veramente un angelo per noi e adesso è diventato proprio il punto di riferimento per la nostra famiglia. Lui stava parlando con questo medico e lo stava rassicurando un pochino. Sinisa si è rivolto a lui e gli ha detto: ‘Ti voglio un mondo di bene’. A Sinisa gli dissi ‘ma scusa, a lui gli stai dicendo che gli vuoi bene e a me niente?’. Lui mi disse: ‘A te ti amo, è diverso’. Allora gli dissi ‘ti amo anche io’. Dopo qualche giorno è morto”

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