Fabio Caressa ha rilasciato un‘interessante intervista al canale YouTube, Cronache di Spogliatoio, dove ha rivelato alcuni particolari della sua carriera da giornalista e telecronista. Tra un aneddoto e l’altro, il volto Sky Sports ha rivelato alcuni aneddoti relativi alla sua vita privata in età giovanile e adulta. Ecco alcuni stralci dell‘intervista, raccolti per voi da Il Pallone Gonfiato

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“Da bambino ero un po’ sfigato, un po’ un nerd. Andavo molto bene a scuola, ero appassionato di alcune cose che alcuni miei coetanei non seguivano tanto, come la fantascienza. Gli anni ‘70 erano anni di fantascienza, sono stati un po’ precursori di tante cose. Leggevo e vedevo tanta fantascienza, studiavo e giocavo a subbuteo. Fondamentalmente la mia attività era quella”

Caressa ha poi raccontato un aneddoto relativo alla sua esperienza da giornalista in Afghanistan: “A Herat, noi dovevamo girare per la città. In teoria doveva essere tranquillo, in realtà non lo era. I servizi segreti ci avevano detto che la situazione era un po’ a nostro rischio e pericolo, perché eravamo stati segnalati. Noi siamo andati con incoscienza insieme all’amico Bonprezi, però a un certo punto, loro hanno urlato mentre eravamo in Moschea. Avevano visto dei movimenti strani e ci hanno preso e ci hanno caricato in macchina. Siamo tornati 110 all’ora con il colpo in canna in macchina. Verso la base che poi due mesi dopo è stata attaccata. Non ti rendi perfettamente conto del livello di pericolo perché loro sono molto bravi a tenerti tranquillo, però se vedi il colonnello che gira la testa e ti dice ‘state attenti a quella macchina’ e poi senti scarrellare le armi dentro la macchina, capisci che la situazione sotto controllo…ma anche no. Lì mi sono cagato sotto”

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