Il Torino ha sciupato l'ennesima occasione per tirare la volata europea, pareggiando contro il Parma. Belotti, ammonito e diffidato, sarà squalificato Come volevasi dimostrare. Quando sembrava che, dopo la bella vittoria di mercoledì nel turno infrasettimanale contro la Sampdoria, il Torino dovesse compiere il salto (quasi) decisivo verso l’Europa League contro il Parma, ecco che puntualmente è arrivata la delusione di un pari per 0-0 che fa sicuramente felici gli emiliani, reduci da una vittoria e ben 5 sconfitte nelle 6 gare precedenti in casa. Il Toro, c’è da dirlo, ha cercato di portare a casa l’intera posta in palio, ma la poca lucidità di Belotti, e la confusione generale dopo la sostituzione di Rincon, hanno portato a tentativi che si sono persi nel nulla. Una cosa è certa: oltre che al suo capitano, questa squadra non può rinunciare al General, vero e proprio motorino di gioco a centrocampo, che contro i ducali ha collezionato un’ammonizione troppo presto che ne ha condizionato il rendimento. Eppure segnali confortanti erano arrivati da Meité, sempre lontano parente del giocatore visto nel girone di andata, ma più incisivo e presente nella manovra della formazione di Mazzarri. Il tecnico, dal canto suo, ha rivoluzionato la squadra più volte durante l’intera gara: partito con il 3-5-1-1 e il solo Berenguer a suggerire per Belotti, nel secondo tempo il Toro è passato al 3-4-2-1 con l’inserimento di Parigini per Rincon. Infine, con l’ingresso di Zaza, il passaggio al 3-4-1-2 con Parigini sulla fascia sinistra e Berenguer sulla trequarti dietro Belotti e Zaza. Impalpabile, e non si esagera, la prova del centravanti lucano: Mazzarri primo lo ha bocciato dall’inizio, preferendogli Berenguer, salvo poi gettarlo nella mischia nella ripresa. Di 4 palloni toccati dalla punta, 3 sono stati i fischi contro per aver commesso fallo sui difensori avversari. Domenica prossima, fra l’altro, con Belotti squalificato, rimane il solo Zaza come attaccante a disposizione, a meno che WM non si inventi un modulo che non prevede una punta di ruolo. Il Parma ha giocato la partita ordinata che aveva preparato alla vigilia: difesa a 3 con Iacoponi, Gagliolo e Sierralta che hanno fatto la lotta per tutti i 90 minuti; sugli esterni, se Gazzola ha scelto di non avanzare, Di Marco è stato spesso limitato dalle avanzate granata. Roberto D’Aversa, nel tentativo di metterla sul piano fisico, ha scelti di rinunciare anche al regista di centrocampo, inserendo Rigoni al centro spalleggiato da Kucka e Barillá. In avanti, Ceravolo spesso isolato, e Sprocati spesso sacrificato in copertura. Se l’unica occasione dei ducali (contro almeno 3 di marca Toro) è stata frutto di una mischia in area, questo la dice lunga sulle velleità offensive di una squadra che ha preferito non prenderle piuttosto che avanzare alla ricerca di un gol. Il punto di Parma ridimensiona ulteriormente classifica e aspirazioni europee del Toro, costretto, ancora una volta, a dipendere dai risultati delle dirette concorrenti, tutte impegnate in partite poco agevoli (la Sampdoria riceverà la Roma, il Milan ha perso contro la Juventus, la Lazio affronterà il Sassuolo e Atalanta e Inter si sfideranno domani sera). Al Filadelfia sarà una settimana di studio degli errori, rimpianti e duri allenamenti. Domenica prossima, all’Olimpico, arriverà il Cagliari.
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