Vincere e nient'altro: nel tour de force di un finale di stagione al cardiopalma, il Milan non ha altro comandamento contro la Lazio a San Siro, dopo il passo falso contro la Cremonese di mercoledì. E soprattutto dopo un massiccio turnover che ora fa tornare Pioli sui suoi passi: dentro dall'inizio Giroud e Leao, fuori Diaz e Salemaekers probabilmente risparmiati almeno inizialmente per l'Euroderby di mercoledì. Nella Lazio Casale e Romagnoli centrali di difesa e Immobile di punta insieme a Felipe Anderson e Zaccagni.

La prima nota degna di essere riportata è un guaio non da poco per il Milan: dopo dieci minuti Leao è costretto a lasciare il campo per un guaio muscolare dopo un duello con Marusic, e Salemaekers è costretto a fare gli straordinari. 

L'iniziativa la tengono comunque i rossoneri, oggi in verde militare, con la prima conclusione degna di nota al quarto d'ora con Giroud che gira alto un traversone dalla sinistra, ma è solo il preludio al gol dei rossoneri che arriva su una distrazione difensiva della Lazio e Bennacer che punisce di controbalzo Provedel per il vantaggio rossonero.

La Lazio prova ad accendere le corsie esterne ma il Milan è in controllo della partita e non subisce grossi pericoli dalle parti di Maignan. Anzi, alla mezz'ora arriva il raddoppio: Theo Hernandez si accentra e non trovando compagni per dettare il passaggio calcia di sinistro dalla distanza superando Provedel. Due a zero e San Siro esplode: per il francese di Marsiglia è il quarto gol in questo campionato. 

L'unico piccolo sussulto della prima frazione per gli ospiti è un colpo di testa di Immobile senza pretese e una smanacciata di Maignan da calcio d'angolo. Troppa poca Lazio per impensierire un Milan che con il minimo sforzo capitalizza le uniche due vere palle gol per andare a riposo in vantaggio.

Nella ripresa il Milan si presenta in campo con Thiaw e Kalulu al posto di Kjaer e Calabria (ammonito), e il Milan ricomincia a premere: al decimo una conclusione di Messias al volo finisce fuori di poco. Per la verità non trascendentale la partita del brasiliano. Di certo ancor meno valida la partita della Lazio che resta praticamente confinata nella sua metà campo. A metà ripresa arri manda in campo Pellegrini e Basic per Hysai e Milinkovic-Savic mentre Pioli risponde togliendo Giroud per far spazio a Rebic. Chi si merita la standing ovation è Theo Hernandez, che San Siro gli riserva quando lascia il posto a Ballo-Touré. 

Descrivere la prestazione laziale oggi è veramente impresa ardua: Maignan inoperoso, Milan sostanzialmente in controllo anche senza accelerare eccessivamente. A otto dalla fine Rebic si invola verso la porta bucando Provedel ma la bandierina dell'assistente di Rapuano non convalida. Il Milan si concede qualche rischio di troppo quando vuole uscire col pallone dalla difesa, ma la cosa riesce sempre con grande personalità e sicurezza. 

A quattro dalla fine ecco la prima velleitaria occasione della Lazio, con Pellegrini che penetra in area aggirando i difensori rossoneri e calcia sull'esterno della rete. Nel finale fioccano i cartellini gialli: oltre ai precedenti ammoniti Marusic e Romagnoli e Casale, anche Pellegrini entra nel taccuino di Rapuano così come Thiaw. Le interruzioni di gioco e i cambi portano a cinque minuti da recuperare. L'unico brivido la Lazio lo crea su una penetrazione di Marcos Antonio che mette al centro ma Basic cicca la conclusione da ottima posizione. 

Ma per la prestazione dei biancocelesti, anche il gol della bandiera sarebbe stato troppo oggi. Il Milan zittisce le critiche e scaccia i fantasmi pre-derby quasi facendo poco sforzo: mercoledì, ancora a San Siro, vestito a festa per la stracittadina europea, sarà tutt'altra cosa.

 

Auriemma e l'attacco a Allegri: "Ha sempre vinto scudetti con tavole già imbandite. Facile parlare..."
Mercato Napoli, Lozano saluterà gli azzurri. Ndombele torna al Tottenham

💬 Commenti