La situazione disastrosa nella quale si trova la Juventus a livello giudiziario, continua a tenere banco sui giornali. Il giornalista Gigi Moncalvo ha rilasciato una lunga intervista a Sport del Sud, dove ha attaccato l’amministratore delegato di Exor, John Elkann. Ecco un estratto delle sue dichiarazioni, raccolte da Area Napoli

“Ecco, il gioco è molto pericoloso. Elkann ha mandato al massacro il cugino, lo ha sacrificato sull’altare dell’opinione pubblica, che lo ha additato come unico colpevole, ma è lui stesso colpevole di tutta questa situazione. Qualcuno potrebbe obiettare che John Elkann non è inquisito per il semplice fatto che non ricopriva delle cariche sociali, ma c’è un articolo del Codice civile che prevede espressamente che la società controllante (in questo caso Exor e gli amministratori di Exor) sono ritenuti responsabili in caso di manchevolezze o di problemi della società che avrebbero dovuto controllare. A mio parere, John deve stare molto attento e credo che sia anche abbastanza preoccupato, perché il fatto che sapesse è dimostrato dalle intercettazioni telefoniche. Le risposte che dà John Elkann ad Andrea Agnelli, confrontandosi sulle 544 pagine della Procura della Repubblica, sono inequivocabili".

"Egli sapeva perfettamente cosa erano le plusvalenze, quante ne venivano fatte e quanto valevano. Insomma, il giochino lo conosceva anche lui. In secondo luogo, recentemente ha detto che la Exor non avrebbe più versato una Lira alla Juventus perché non ce n’era bisogno: dovrebbe spiegarci, allora, come sia stato in grado di azzerare improvvisamente un deficit così oneroso. Un miracolo che neanche San Gennaro avrebbe fatto (ride, ndr). Questo significa che o erano fasulli quei bilanci precedenti o era fasullo quello che ha voluto farci credere”.

I tre scenari descritti da Moncalvo relativi al futuro della Juventus 

Moncalvo ha poi detto la sua circa i prossimi scenari che potrebbero riguardare la società bianconera: “Io vedo tre scenari molto inquietanti. Il primo è che la Juventus venga gestita da una banda di commercialisti, consulenti e finanzieri che di calcio non capiscono niente. Quasi come un governo tecnico, senza che ci sia però Draghi alla guida. Ora c’è il direttore generale Scanavino che in passato ha gestito Repubblica e ha perso delle copie, ha gestito La Stampa e ha perso delle copie, il Secolo XIX e ha perso delle copie. E allora mi si deve spiegare se il signor Scanavino ha come requisito quello di essere stato il compagno di scuola di John Elkann oppure se abbia anche dei requisiti manageriali. Il secondo è che si interessi lo stesso John Elkann della vicenda. La sua precedente gestione, quella del dopo Calciopoli, è stata catastrofica, diciamolo pure chiaro e tondo. Ci ricordiamo di Blanc, Cobolli Gigli e tutta quella banda lì. Il terzo, che mi preoccupa non poco, è che John Elkann metta la Juventus in vendita. Bisogna prendere consapevolezza che a John della Juventus non gliene frega niente. Anzi, è un asset costoso che per essere risollevato dopo questa baraonda richiederà delle spese. Lui non se ne importa, ha già venduto La Stampa di Torino a De Benedetti, il più grande nemico che aveva l’avvocato Agnelli. Quindi se Elkann trovasse uno con i soldi potrebbe tranquillamente vendere la Juventus. La mia paura è che quel “qualcuno con i soldi” possa essere proprio Andrea Agnelli con l’aiuto di Giraudo, che ne amministra i beni e i fondi di investimento a Londra. In questo momento, comprare azioni della Juventus ha un prezzo molto basso e sarebbe convenientissimo. Per fare ciò, però, Agnelli dovrebbe passare nuovamente dal cugino, chiedendo il permesso di fare questa mossa. Se si dovesse verificare questa situazione, per me sarebbe un’altra sciagura, perché ha già dimostrato di non saper gestire questo club in maniera seria, ordinata e pulita. Non lo ha fatto in tempi buoni, non oso immaginare come potrebbe farlo con i bilanci che a quel punto sarebbero super controllati”.

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