Contro le squadre italiane impegnate in Europa, il Bologna dimostra ancora una certa inferiorità. Criticare Sinisa significa rispettarlo, Fenucci conferma la valenza delle radio bolognesiIn 9 gare contro le squadre italiane che giocano (o avrebbero potuto giocare, come il Milan) in Europa, il Bologna ha fatto 10 punti, da quando c'é Mihajlovic. 5 sconfitte (2 con la Roma, 1 ciascuna da Juve, Milan e Atalanta), un pari con la Lazio e 3 vittorie, Inter, Toro e Napoli. 1,1 a partita, inferiore all'1.4 complessivo (includendo anche l'esperienza di 10 anni fa. In realtà Sinisa nel suo ritorno in rossoblù ha fatto 1.75). In pratica, questi numeri sono la fotografia di una condizione di inferiorità non ancora guarita. Comunque incomparabilmente migliorata rispetto solo a un anno fa, neanche a dirlo. Con la Roma i ragazzi di Sinisa non hanno fatto una brutta partita, tutt'altro, solo - magari con qualche complicità arbitrale, anche se va detto che la giacchetta nera era stata piuttosto severa con la Roma - un po' pisquani nel finale. Denswil e Skorupski ancora una volta eccepibili, e se col Brescia te ne accorgi il giusto, con la Roma la musica è diversa. Piccola trattazione sui due: il primo è nuovo, l'altro un po' malsicuro in questo inizio. Auguriamoci che si riprenda. Ora è giù di forma. Io credo che il miglior modo di rispettare il mister sia parlare di calcio e...criticarlo, ove occorra. Riempirlo di elogi anche quando non serve penso che faccia piacere il giusto pure a lui. Però...non sono così sicuro che tutte le scelte siano sue. E non sono nemmeno sicuro che la tempistica, specie quando è lontano, sia la sua. Quindi in realtà io non so cosa posso criticare e cosa no, non ho elementi sufficienti. Se il cambio di Destro è avvenuto tardi, di chi è la colpa? Se l'inserimento di Destro è avvenuto, l'ordine è partito dal Sant'Orsola? E se ci fosse Mihajlovic, sarebbe rimasto Cantatore? Avrebbe "cioccato" contro chi ha deciso di congedarlo, minando le sicurezze acquisite da Mattia in ritiro? Non so voi, io non ho certezze. E quando a metà luglio dicevo che quanto è capitato, cioè non la malattia, ma la esplosione di solidarietà, era tanto bello quanto "pericoloso", mi riferivo proprio alle lacune mostrate. Il Bologna è poi lì, ha fatto i punti con chi li doveva fare, e potremmo cavarcela semplicemente dicendo che quella che la sorte ci ha regalato con la Spal ci ha tolto con la Roma. 7 punti in 4 partite è, in fondo, un bottino quasi super. Se con Genoa e Udinese, avversarie alla portata, si riprenderà il cammino "normale", la gara con la squadra di Fonseca verrà derubricata a sconfitta possibile, amara ma senza conseguenze.Vorrei, appunto, parlare di calcio. E dire che del mister serbo non si possono prendere le idee a targhe alterne, scartando quel che non piace e tenendo solo ciò che è redditizio. Fuori da Bologna è sembrato un colpo da "bauscia" l'inserimento di Palacio per Poli, ma qui siamo fatti così e giochiamo per vincere. Teoria affascinante quanto pericolosa, espressa, tra l'altro, in una condizione di non criticabilità. L'arbitro può avere sbagliato, i giocatori idem ma anche il coach ci ha messo del suo: e alla fine possiamo dire quel che ci pare ma la Roma è oggettivamente più forte, e si è visto. Però siamo sempre lì: è tutta farina del suo sacco o i pur bravi Tanjga e De Leo hanno accentuato il rischio? C'é qualcuno che, specialmente ora, si sente di contraddirlo? Credo di no, ma non ne ho idea. Chiudo con una considerazione su Fenucci che si apre in una intervista sul Messaggero in cui ci sono buoni spunti. Di estrazione tutta "romana" la sua notazione sulle radio bolognesi - credo si riferisca a Nettuno e Bologna Uno -, definite "attente", che tradotto dal fenuccese all'italiano significa "rompiballe". Per noi un bel complimento, e in assoluto una conferma della valenza del mezzo radiofonico. Anche se paragonarci alle emittenti capitoline è sacrilego. Là vanno in diretta alle 4 di mattina a parlare di Dzeko e Immobile, qui a quell'ora gli anziani giornalisti dormono e i giovani, mi auguro, ...fanno altro. Detto che intende stabilirsi a Bologna e ribadisce l'obiettivo europeo per la squadra (una bella cosa), è curioso come, a mio parere, usi la sua esperienza romana e il suo rapporto con Pallotta per parlare a Saputo. " (un proprietario straniero...) Deve frequentare l’ambiente per capirlo, per conoscerlo da vicino, per comprenderne le dinamiche. Insomma, per acquisire una sensibilità sulla nostra cultura dello sport, che è diversa da quella americana". E' verissimo, ma la domanda a quel punto sarebbe: Saputo acquisisce la sua "bolognesità", e a quel punto c'é spazio per uno o più manager? No, io credo che il nostro modello resterà questo, un ibrido che ha indiscutibilmente faticato, e pure parecchio, ma può avere una sua valenza. E un suo futuro.  
Calciomercato Bologna, due difensori sul taccuino di Sabatini
Orsato ancora impeccabile, inesistente il fallo fischiato a Santander

💬 Commenti