Gianluca Pagliuca, nato nell’entroterra bolognese, aveva un sogno nel cassetto da bambino: giocare a pallone e affermarsi nel panorama calcistico. Lo ha coltivato sin da subito, lo ha realizzato, quel desiderio. Con sacrificio, pazienza, umiltà e passione è riuscito a raggiungere traguardi importanti: da Bologna ai colori blucerchiati. Proprio la Sampdoria è stata il suo trampolino di lancio per la convocazione in nazionale maggiore, poi l’esperienza con l’Inter. Ha difeso i pali, ma, soprattutto, ha confermato la sua professionalità e la sua dedizione nel corso degli anni.

Il “Gatto di Casalecchio” ha fatto la differenza dentro e fuori dal campo. Continua a vivere con interesse e da protagonista l’ambito calcistico. Il Pallone Gonfiato lo ha intervistato su vari temi:

Il campionato di serie A, si è già fatto apprezzare per la sua imprevedibilità. Si aspettava quest’avvio così sorprendente, quali le rivelazioni e quali le delusioni?

“È, sicuramente, un campionato emozionante, abbastanza equilibrato. Ci sono squadre sorprendenti. Se mi avessero detto ad inizio stagione che il Napoli, ad oggi, sarebbe stato primo in classifica a tre punti dalla seconda, non me lo sarei mai aspettato. È stato una piacevole sorpresa, anche perché il primato è strameritato. Al momento il Napoli è la squadra più forte del campionato ed in Europa. Meriterebbe ampiamente il titolo, ma la stagione è ancora lunga, non possiamo fare troppe previsioni, le gerarchie potrebbero cambiare improvvisamente. Il calcio ce lo insegna”.

In proposito all’Inter - sua ex squadra – la compagine di Inzaghi non è partita con il piede giusto, ma, dopo l’exploit in Champions con il Barcellona, sembrerebbe si stia riprendendo anche in campionato

“Si sta riabilitando. È indietro di diversi punti, però l’Inter rientra tra le candidate allo scudetto. Inter, Milan e Napoli possono tranquillamente ambire allo scudetto. Inizialmente la squadra di Inzaghi ha avuto dei problemi d’approccio col campionato, memore dallo scudetto perso in modo rocambolesco durante la scorsa stagione. Non è stato un buon inizio, soprattutto per Simone Inzaghi. Proprio quest’ultimo, nelle scorse settimane, è riuscito a ritrovare la giusta grinta, trasmettendola anche alla squadra. Ha fatto scelte coraggiose, adesso ne sta raccogliendo i frutti”.

Anche il Bologna, dopo un avvio molto complesso, inizia a ritrovare un po’ di serenità. La cura Thiago Motta sembra fare effetto…

“In primis c’è da ringraziare Sinisa per quello che ha fatto per il Bologna. Lo scorso anno ha salvato la squadra dalla retrocessione, ha vissuto campionati discreti. Nonostante le condizioni di salute poco brillanti, è riuscito a tirare fuori la giusta dose di coraggio per svolgere nel migliore dei modi il suo lavoro. Non è mai semplice gestire una squadra, la propria vita, quando le condizioni di salute non sono ai massimi livelli. A proposito di Thiago Motta, ho visto dei miglioramenti, mi auguro che il Bologna possa avere continuità di risultati positivi. Il prossimo avversario dei rossoblu sarà il Monza, sarà fondamentale non sbagliare, facendo valere la sua forza”.

Sarà importante intervenire durante il mercato di riparazione di Gennaio? Arnautovic non può bastare per fare la differenza.

“Abbiamo diversi attaccanti, c’è anche Barrow che è un signor attaccante. Nel reparto avanzato non siamo messi male. Bisogna scongiurare gli infortuni. Sinceramente la squadra la vedo bene. Inoltre, Motta sta dando spazio anche a calciatori che prima giocavano meno, il gruppo potrà dare belle soddisfazioni”.

Al momento, la situazione più critica la sta vivendo la Sampdoria. L’instabilità societaria sta influendo non poco sui risultati della squadra ligure.

“Non è una bella situazione quella della Samp. Intanto, i tre punti guadagnati contro la Cremonese sono stati fondamentali, possono dare forza e vigore alla squadra. Nonostante la vittoria sia arrivata in modo rocambolesco.  Con l’arrivo di Stankovic ci sono stati un po’ di miglioramenti, sia per quanto riguarda la grinta, sia per l’impostazione del gioco. Speriamo che la squadra possa salvarsi, mi auguro possano soffrire meno rispetto alla scorsa stagione. Comunque, credo che al di là dei problemi societari, i calciatori non possono sottrarsi dal dare il massimo, perché il loro futuro dipende dai loro piedi e dalla loro testa, non solo dai presidenti di turno. Anche quando un calciatore non prende lo stipendio, non è suo interesse giocare male di proposito, tanto da compromettere il proprio avvenire”.

Volendo creare un parallelismo tra la Sampdoria di oggi e la Salernitana di “ieri”, i granata, dopo la rivoluzione societaria sono rinati. Attualmente, dove può arrivare la squadra di Nicola?

“Ha un ottimo allenatore, Nicola mi piace molto. Credo che la Salernitana potrà salvarsi tranquillamente”.

Lei ha scritto un libro con Federico Calabrese, “Volare libero”, cosa vuole mettere in evidenza?

"Il libro ripercorre un po’ tutta la mia vita, la mia carriera da giocatore, ma anche l’essenza stessa del calcio:, l’onestà intellettuale, le gioie, i dolori i sacrifici. Proprio quest’ultima parola, oggigiorno, sembra essere finita nel dimenticatoio. Un tempo negli spogliatoi ci si confrontava, stare assieme prima e dopo l’allenamento era un’occasione di crescita, mentre, attualmente, molti ragazzi preferiscono estraniarsi con le cuffiette nelle orecchie, con la musica a tutto volume. Prima non era così".

In conclusione, in Italia scarseggiano i portieri. Come mai?

“Il talento in Italia non manca. Spesso si investe troppo sugli stranieri. Inoltre, ci sono alcuni portieri italiani che mi piacciono: Vicario dell’Empoli, Meret che sta facendo molto bene col Napoli, Provedel della Lazio. Qualche portiere interessante c’è”.

Quanto è cambiato il ruolo del portiere negli anni?

"Si è evoluto. È cambiato perché gli allenatori vogliono che i portieri siano anche dei giocatori. Lo pretendono. Io resto della mia idea: ritengo che un portiere debba principalmente parare e non prendere gol, poi, avere anche dei buoni piedi, educati, è un valore in più. La priorità è parare".

 

 

 

 

 

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