La Virtus al PalaFiera ha surclassato la Fortitudo vincendo con un divario di 32 punti. Ecco il Director’s Cut improntato sul derby giocato a NataleIl derby è stato bello, anche se non combattuto. Ha visto una cornice di pubblico corretta, un contenitore accettabile (ribattezzato hangar da qualche povero di spirito dimentico del fatto che, per dire, in città si gironzola intorno al tema stadio da anni ma le uniche cose concrete le fanno le arene al coperto: Unipol, PalaDozza e il doppio binario fieristico, provvisorio e definitivo), forze dell'ordine attente ma non invasive, bagni in quantità, fiumi di birra, diretta tv e, incredibile, pure parcheggi per la stampa - aspetto che a Casalecchio e Azzarita hanno cancellato dal libro da qualche secolo e il Dall'Ara non considera una priorità, strano...-. Si sarebbe anche dovuta giocare una partita ma qualcuno, 12 protagonisti tutti con la stessa maglia, l'ha data su prima di partire. Come un gruppo di rookie alla prima esperienza, i vecchioni in biancoblu (e pure i più giovani) hanno pensato bene di camminare invece di correre, stare sul posto invece di saltare, tirare come un pensionato al campetto la domenica e farsi schiacciare in testa anche da chi di solito non arriva al ferro. Certo, il budget è importante ma non vanno in campo i soldi. Alla V si sono sentiti in clima play-off e alla F sembravano in canotta per via del caldo di giugno. Alla fine ci si è inventata la - parziale - scusa che "sono più forti, cosa vuoi fare, l'approccio così, il dopo cosà, poi non conta" e tutta una serie di arrampicate sugli specchi che offende prima chi le dice di quelli che le ascoltano. Perché le premesse erano giustamente molto più baldanzose, "pensano di avere già vinto" detto con la speranza poco segreta di combinare uno scherzetto, e insomma io ho risentito frasi echeggiate, tra società e tifoseria, quando Bologna-Napoli, in piena era donadoniana, finì 1-7 (giacché il divario, all'anagrafe -32, poteva tranquillamente essere -50 se un compassionevole ex, nickname Sale, ora Sasha, non avesse inserito i bimbi). Avrebbe detto Buffon che "la F si è scansata" e non è stato bello, non si vedeva l'ora che finisse. Ha ragione Martino, timoroso di essere crocefisso (invece è la seconda volta, dopo Metano Nord, che la Fortitudo sfugge a un prevedibile massacro mediatico grazie, e non è un modo per perculare, anzi, a un'ottima attitudine comunicativa). "Loro hanno fatto riposare Hunter, io non riesco a togliere Sims nemmeno nell'intervallo, a momenti". Il coach molisano - che, certo, avrà le sue responsabilità - è lì che non sa come fare per chiedere un'addizione, visto che l'unico della sera di Natale che si è proposto in modo decente da una panchina di modestia assoluta è stato Cinciarini. Però la risposta di un campionato di levatura tecnica ai confini con il dopolavoristico è che questa Fortitudo è in piena corsa, in ordine, per Coppa Italia, playoff e Coppe europee st'altr'anno. Quindi, in fondo, che cappero vuole il tecnico: se ci sono i soldi, e lo sanno solo loro, è perfino pleonastico usarli. Gli obiettivi si colgono anche con cinque giocatori e mezzo. E il derby...che si fotta, fondamentalmente. Poi magari non tutti la pensano così. Se lo dicono, cosa temono, la lapidazione?Guardando il massacro, dalla tribuna stampa (ero convinto non si vedesse nulla, ascoltate le apocalittiche descrizioni degli haters in servizio permanente effettivo: e invece no, non male), pensavo a quale derby mi venisse in mente. E sono tornato a 15 mesi fa, Memorial Porelli 2018, 20 punti di scarto tra una squadra teoricamente da playoff di Serie A e quella che avrebbe dominato la A2. Leggendo le cronache si colgono toni, in distanza, umoristici: è ben vero che esiste una profonda differenza di tipo fisico tra le due categorie e che la F è cambiata il giusto dall'anno scorso, ma quando si scriveva che Quale domina dall'alto della sua prestanza fisica...beh, Hunter e Gamble fanno un altro sport. Dei 20 assist combinati tra le due point guard slave si è già scritto tanto che non ci torno sopra. Ma un giorno ci ricorderemo di quel record e potremo dire "io c'ero". Piuttosto, se uno si chiede ancora perché Aradori non c'è più deve guardare la partita sua e quella di Weems, in attacco e in difesa. Fattasi la domanda e datasi la risposta, comprende anche il motivo delle scelte di Sacchetti, non solo di Djordjevic. E chi non è d'accordo o è cieco o ha interessi da difendere. Detto che mi aspetto dall'esterno bresciano prove più utili e funzionali alle causa biancoblu, e sono certo che le fornirà. Domenica contro Milano sale l'onere della controprova. La differenza nel trattamento da riservare agli ex sarà che Messina verrà applaudito, forse anche e giustamente ovazionato. Se perde piacerà di più ma, in fondo, qui lo considerano ancora una V nera. E sì, il ragazzo qualcosa ha fatto.
Calciomercato Bologna, due difensori sul taccuino di Sabatini
La Virtus Bologna saluta la Fiera stendendo Milano. Finisce 83-70

💬 Commenti