Il terzo portiere dei bianconeri, Carlo Pinsoglio, ripercorre momenti duri della società torinese mettendoci la faccia nel corso di un'intervista a Tuttosport: "Non è l'apocalisse, solo un momento difficile - spiega il portiere - Adesso dobbiamo migliorare e ritirarci su, ma sento troppa negatività. Penso che dopo la pausa delle nazionali ci ritroveremo tutti e tornerà la normalità. Se nello spogliatoio si ride il gruppo è sereno, diventa unito, e insieme si affrontano anche le difficoltà in modo più costruttivo. E io ho sempre sentito mio questo compito di tenere l'umore alto nella squadra, e negli anni questa cosa mi è aumentata sempre di più".

RONALDO - "Ricordo la brutta sconfitta per 1-4 contro il Fulham nel 2010 quando uscimmo dall'Europa League. Poi arrivarono due ko contro Sampdoria e Napoli che avevamo addirittura messo a rischio il sesto posto. Molti giocatori forti della rosa andavano verso il ritiro, gli acquisti più costosi non stavano facendo bene, in società c'era tensione e l'ambiente era cupo. Adesso la Juve ha il giocatore più forte al mondo, dei giovani fortissimi e una società forte. Direi che non c'è paragone rispetto a vent'anni fa. Ronaldo? Non so se rimarrà con noi, spero di sì perché la sua presenza fa la differenza. Ha ancora un anno di contratto, se non succede nulla di strano penso e spero che rimarrà".

IDOLO - "Io sono un ragazzo semplice e solare, uno alla mano. Mi faccio voler bene per quello che sono e faccio sorridere la gente già di prima mattina con i miei video scemi. Nello spogliatoio scherzo con tutti e cerco di tirare su il morale. Sono tifoso della Juve da quando sono nato, ogni gol che facciamo è come se lo segnassi io. Esultare con i compagni è una delle cose più belle, per me è sempre un privilegio".

SOPRANNOMI - "Bernardeschi era BernaShow, ora solo Show. Chiesa è diventato il Fenicottero Rosa, Chiellini Giorgiao Meravigliao. Ma non do soprannomi a tutti. Io ero chiamato Grissino perché nelle giovanili ero molto magro, questo soprannome me lo diede Immobile".

DE LIGT - "E' molto giovane ma ha una grande personalità, quando gioca sempre un trentenne. E' fortissimo e sta iniziando anche a parlare bene l'italiano. Come uscire da questo momento? Io dico solo che la Juve siamo noi. E siamo tutti consapevoli di esserlo. Non servono parole, dobbiamo spingere forte e basta. Dobbiamo ricordarci solo questa cosa, ripeto: Noi siamo la Juve!".

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