Il serbo trionfa nella finale del torneo britannico liquidando l’avversario, Kevin Anderson, in tre set: 6-2 6-2 7-6. Un ritorno alla vittoria dopo quasi due anni di vuoto

-di Giuseppe Cambria-

Un ritorno che diventa sorpresa. Sono ormai quasi due gli anni di latitanza dalla vittoria di trofei rilevanti e Novak Djokovic ha deciso di tornare a vincere nel campo più prestigioso: Wimbledon. Il suo quarto titolo sull’erba inglese arriva in una finale più che deludente, conseguenza di un vuoto di potere temporaneo, almeno sembra. Dall’altra parte del campo il serbo non trova né Rafa Nadal, sconfitto già in semifinale (considerabile come una finale anticipata), né il detentore del torneo, Roger Federer, caduto goffamente ai quarti per mano di colui che invece ha raggiunto questa finale contro le aspettative: il sudafricano Kevin Anderson. Una brutta finale che però ha ridato una boccata d’aria fresca a quel Djokovic che non si vedeva da tanto tempo competere a questi livelli.Il match- Sotto un anomalo caldo inglese i primi due set ci dicono poco sul piano del gioco ma molto su quello del risultato: 6-2 6-2 per Nole che in 1 ora e 12 minuti circa mette il match già in discesa. Un Anderson molto stanco che si è trascinato a questo punto, dopo un quarto e una semifinale di tutto rispetto. Il sudafricano spinge molto sui punti conquistati al servizio (saranno 10 gli ace totali in tutto il match) ma negli scambi si rivela troppo falloso e molto scarico. In entrambi i set Djokovic approfitta dei break arrivati subito al primo game per sovrastare l’avversario. Un po’ di intensità e di resistenza parte di Anderson arriva solo nel terzo set. Djokovic è perfetto al servizio: nei suoi primi tre game di battuta lascia l’avversario a 0. Ma Anderson risponde presente. Arriva il primo set point del match per il sudafricano al decimo game, ma viene annullato da una volée di dritto dall’avversario. Ne arriva un secondo, per doppio fallo di Djokovic, ma anche questo è annullato da un dritto incrociato. Alla fine il serbo riesce a portare a casa la parità sul 5-5. Rischia altre tre volte il break sul 6-5, ma annulla di nuovo tutto: si va sul 6-6 al tie break. Qui Nole Djokovic approfitta degli errori dell’avversario: primo break arriva per un insensato attacco di Anderson, superato successivamente da un dritto lungolinea; secondo break causato pure da un movimento errato del sudafricano: 4-1. Si chiude, dopo 2 ore e 18 minuti, sul 7-3 con un servizio impeccabile che sancisce un ritorno straordinatio alla vittoria  per Novak Djokovic. Davanti agli occhi del figlio piccolo seduto in tribuna, un “nuovo” Djokovic rompe un digiuno di quasi due anni, conquista il quarto titolo a Wimbledon e il tredicesimo slam della sua carriera.
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