Un'estate in cui cadono i miti. Ci occuperemo in un altro momento di Roberto Mancini, francamente una delusione perché ci sono tanti modi per salutarsi ma lui sceglie il meno felice, e rincara la dose con giustificazioni...tra l'inesistente e l'imbarazzante. Francamente lo facevo più accorto e meno dribblomane. Nella vita.

A Bologna contemporaneamente cade con il botto quello di Marko Arnautovic, e si incrina - temporaneamente, forse - quello di Giovanni Sartori, l'uso improprio del termine "incedibile" si paga. 

Su Saputo e i dirigenti, nella tifoseria, si inscena il solito balletto ideologico tra chi difende il club perché ha sposato una "figurina", quella del Chairman, e chi attacca perché da quella figurina si è sentito tradito. Due radicalismi ideologici che hanno oramai nessuna ragion d'essere e che soprattutto non tengono conto che il calcio e la vita non stanno fermi. Il tifoso, più che conservatore, è un puro reazionario, odia qualunque tipo di incrinatura alle sue granitiche convinzioni: la santità di Saputo, l'odio verso il maigoduto, il disinteresse totale al fatto agonistico. Ripeto, la vita non è il Subbuteo o football manager. Ma ci torneremo sopra.

Le figure dell'ex delantero "official" e del diesse diventato una sorta di Superman agli occhi dei petroniani - ogni anno un po' meno capaci di ragionamenti autonomi e che non seguano l'onda... - vanno nella polvere assieme. Arna è venuto a Bologna perché, dopo una estenuante trattativa portata avanti da Sabatini, gli era stata garantita una squadra forte, o quantomeno che lui potesse ritenere tale. e quando si è reso conto che ciò non sarebbe mai successo ha puntato i piedi per andarsene. Due, tre, quattro volte, finché non ci é riuscito. Sarà anche un traditore (non un campione: un ottimo giocatore, avanti con gli anni e con gli acciacchi, che risbarca a Milano facendo prendere del "plumone" a Zhang: acquisto, ai più, incomprensibile e ingiustificabile) ma è l'ennesima "vittima" del puro istinto di sopravvivenza che da troppo tempo alberga a Casteldebole. Ovvero fare il minimo indispensabile, frullando un numero inusitato di giocatori, per stare a galla. 

Valutare Sartori oggi non avrebbe alcun senso. Combatte, ma lo sapeva, con budget risicatissimo e con il desiderio della proprietà di lasciare, in pratica, il club in autogestione: ci si è forse approfittati un po' troppo di Saputo (che poteva evitare i reboanti proclami iniziali fatti di blasone, Coppe, Scudetti, espressi con la solita mentalità dello Zio d'America che arriva a distribuire caramelle e cioccolata agli indigeni indigenti) nei primi passi e forse, dico forse, lui comincia a capire che deve stare qui, Ci sono voluti quasi 10 anni, ma, vivaddio, pare averlo capito. A ottobre scade il CdA e si vedrà, allora, quali mosse ha in serbo la proprietà. Immaginarle oggi è complicatissimo. Azzardo un pronostico, e cioé che tutto non rimarrà uguale a sè stesso. 

Sartori sta ricostruendo il tessuto tecnico di squadra e club - modello Corvino, sta incidendo anche sul settore giovanile: vedremo se gli verrà lasciato spazio in quell'ambito, al salentino andò di traverso - e, oltre al "fuoco amico" fatto di proprietario "tirato" e colleghi dirigenti ...e concorrenti, deve combattere con le lune di Motta. Il quale è un altro, già fumantino e autoreferenziale di suo (ma bravo, che è poi la cosa che conta di più), al quale sono state dette cose che poi si sono perse per strada. O meglio: lui la gestisce una squadra da 40 punti. Basta che il club la annunci come tale, non perdendosi in "insolfanature" su prospetti, maturazioni, talento (a sentire tanti tifosi abbiamo campioni giganteschi quanto inespressi: una moda perversa che partì con Gimenez, simil-attaccante in possesso di un solo movimento offensivo, insamma un trèst, pure se idolo della torcida) perché con il brasileiro non attacca.

Detto che, per un attimo, viste le nebbie giuridico-legali in cui si perderà inevitabilmente il rapporto tra FIGC e Spalletti - ne approfitterei per varare una norma che vieti quanto fatto per ripicca da De Laurentiis: non ci penseranno neanche, ma si consegnano ai capricci dei tycoon, se lasciano fare - ho pensato che avrebbero bussato alla porta di Fenucci e chiesto Thiago per il ruolo di CT. Fortuna che non è successo. Oppure ci hanno ripensato, chissà. 

Tornando al campo, personalmente sono - relativamente - poco preoccupato dell'attacco e del centrocampo e parecchio della difesa. 

Mi spiego: quando hanno preso Soumaoro, pensavo fossero impazziti. Lento, goffo, senza piedi, lo giudicai una scelta assurda. Con Motta il francese no vax (per me aveva anche quel difetto lì...) cresce come grammatica calcistica in modo esponenziale, formando con Lucumi una coppia granitica (per il nostro livello). E non lo hai. Poi perdi Cambiaso, e non lo sostituisci (finora: mi chiedi cosa vai in ritiro a fare, se non hai la squadra... ).  Insomma, dietro c'é tanto da lavorare.

In mezzo dovrai cambiare, perché anche su Schouten il nostro coach aveva lavorato benissimo. Dominguez vertice basso? Sì, se resta, sarà così. Ha di più dell'olandese ma anche di meno. E' un altro giocatore.

Le uscite, e la liberazione dai relativi contratti, hanno permesso di rilanciare con i due "pencolanti", Orso e l'argentino, che non hanno alternative fruibili così entusiasmanti. La batteria esterni verrà privata di Barrow, onestamente il meno efficace, ma il resto non è male. Se poi dovesse arrivare davvero Ngonge (5 reti in 15 presenze, di cui 2 nello spareggio, non proprio un bomber banale) le possibilità di scelta crescerebbero. Certo, Arna al momento non è sostituito, la coppia Zirkzee-Van Hooijdonk desta più di una perplessità, e non è detto che Posch e Ferguson confermino la brillantissima attitudine al gol mostrata un anno fa. Qualcosa di significativo andrà ancora fatto: la squadra è intrigante e interessante ma "pericolosa", cioé richiede il massimo ad ognuno dei suoi componenti, pena rischi e sofferenze.

Io non posso dirmi deluso dal mercato, non mi ero mai, nemmeno per un minuto, illuso (oh, se non si è capito in nove anni, quando ci arriverete?). A naso, restassimo più o meno così, non  valiamo il nono posto, salve impronosticabili congiunzioni astrali. Siamo a livello del dodicesimo, circa. Poi dipende da mister e giocatori. Forza Bologna, ce n'é bisogno.

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