Con un mese di anticipo sulla scadenza originaria, fissata per il 2 maggio 2012, l'Antitrust revocat che hanno colpito la pay-v di Comcast Sky negli ultimi tre anni. Tra queste, il divieto di avere in esclusivi prodotti e canali su Iptv, una misura che ha avuto un impatto importante sull'asta per i diritti della Serie Aper il ciclo 2021-2024. Le sanzioni erano state decise dopo che Sky aveva avviato l'acquisto – mai portato a termine – della piattaforma R2 legato all'ormai scomparsa Mediaset Premium, producendo secondo l'Antitrust effetti anticorrenziali. Il 30 novembre Sky ha chiesto la revisione per il contesto cambiato e la crescita dell'offerta di DAZN, Netflix e altri giocatori del mercato. Via quindi alla rimozione integrale anche in considerazione «dell'assenza di contenuti audiovisivi di natura premium da acquisire la vita residua di tali misure».

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Dunque, come si legge dal documento pubblicato dall'Agcm, «sebbene il mercato della televisione a pagamento sia ancora concentrato e Sky detenga tuttora posizione dominante, osservare che le misure determinano un effetto di determinazione della concorrenza periodo gennaio-giugno – a partire dal periodo della concorrenza gennaio-giugno 2021 una riduzione della mercato sotto i livelli che erano presenti nel mercato prima della realizzazione dell'operazione di concentrazione tra Sky Italia e R2».

«Si osserva al riguardo – prosegue la nota – che una significativa riduzione della concentrazione di mercato si è osservata a partire da luglio 2021. Tale effetto appare essere ascrivibile, oltre che al mutamento degli stili di consumo dei prodotti audiovisivi, all'aggiudicazione dei diritti audiovisivi della Serie A (sette eventi settimanali in esclusiva e tre eventi settimanali in co-esclusiva) a DAZN. Infatti, se nel periodo gennaio-giugno 2021 DAZN deteneva meno del 10% della quota di mercato, a partire dal mese di luglio la quota di mercato è almeno raddoppiata, attestandosi al di sopra del 20%».

«L'istruttoria in oggetto – conclude quindi l'Antitrust – ha permesso di appurare che non vi sono motivi ostativi alla rimozione integrale delle misure imposte con delibera n. 27784 del 20 maggio 2019, in considerazione del ridotto tempo residuo di vigenza degli impegni, dell'assenza di contenuti audiovisivi di natura premium da acquisire durante la vita residua di tali misure, nonché dei livelli di concentrazione di mercato che, anche in considerazione degli effetti innescati dal cambiamento degli stili di consumo di prodotti audiovisivi dovuti alla pandemia da Covid-19, hanno raggiunto livelli inferiori a quelli precedenti all'operazione di concentrazione».

L’Agcm, «RITENUTO pertanto che siano venute meno le ragioni di fatto e di diritto che avevano giustificato l’imposizione a Sky Italia S.r.l., Sky Italian Holdings S.p.A., R2 S.r.l. e Mediaset S.p.A. delle misure di cui al dispositivo della delibera n. 27784 del 20 maggio 2019; DELIBERA di revocare le misure imposte con delibera n. 27784 del 20 maggio 2019».

FONTE: Calcio e Finanza

 

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