L’addio di Mattia Destro e il probabile arrivo in rossoblù di Musa Barrow dall'Atalanta sono al centro del Director’s Cut di questa settimanaLa differenza tra il Genoa che prende Destro e il Bologna che - al momento - non prende Barrow sta nel fatto che le "occasioni" di gennaio consistono molto di più in un profilo " dimenticato" e tutto da rilanciare come quello di Mattia che in un giovane in rampa di lancio - anche se qui ci sarebbe in parte da discutere - con le caratteristiche del gambiano (che infatti non è un'occasione, ma un costo rilevante: nelle vetrine dei saldi non potrebbe starci). Credo che per noi sia più importante discutere di quel che vorremo essere piuttosto che non stare a sacramentare sul passato. Destro, in fondo, ha fallito (principalmente, ma non esclusivamente, per colpa sua) con quattro allenatori rossoblu, le vittime sono altre, e pensare che abbia avuto a che fare con quattro "minus habentes" non è proprio cosa. Scrivo ciò perché ora appare lontanissima la "sollevazione popolare", orchestrata dai media di regime, contro Donadoni (un altro che ha meriti - uno su tutti, Palacio, quando il management insisteva su Borriello - e parecchie responsabilità), a ruota del cui esonero non fu ingaggiato Herrera o Rocco ma Pippo Inzaghi, inseguendo le cui ombre si stava ingloriosamente retrocedendo in B. Tra i motivi del non apprezzamento degli illuminati c'era certamente lo scarso impiego del "diez". E fa peraltro riflettere, certo, la "sconfitta" in proposito di Mihajlovic, "reo" di non aver difeso il tentativo estivo di rilancio della punta picena fatto anche delle "private lessons" di Vincenzo Cantatore. Ecco, uno un giorno mi spiegherà quel numero lì. Pura "pluma", cioè, una spesa straordinaria a cui non si è poi dato seguito (elevata? Non credo), esperimento interrotto causa malattia del mister o cos'altro? No, perché nel frattempo si è ulteriormente svalutato un bene del club (oh, capita, anche nelle migliori famiglie). Scrivo questo perché intendo continuare una mia personale e piccola battaglia sul fatto che Sinisa vada trattato come allenatore e non come caso clinico. Quindi si evidenzino le tante cose buone che fa (lui, solo lui ha riposto in buona luce l'operato del club, la cui popolarità in gennaio era sotto zero) ma anche si notino quelle rare che non azzecca. Dire "va bene Barrow perché lo vuole il serbo" è il solito modo petroniano di mettere un santino sull'altarino, il secondo dopo il Chairman, ma non è con le beatificazioni che si va avanti (en passant: a Mihajlovic andava bene anche Destro, ma il recupero non è riuscito. Lo crocifiggiamo per questo? Certamente no). Va bene Barrow qualora sia un'operazione centrata e di prospettiva, e a questo proposito pongo un quesito. Se è vero che Saputo non intende spendere a gennaio, posto che non risulta che abbia cambiato idea, a quale cessione si attingerà (le schermaglie con l'Atalanta mi pare servano soprattutto ad allineare i tempi di pagamento: non lo so, ipotizzo) per fare cassa e pagare l'africano? Io un nome ce l'ho in mente, vediamo se azzecco il pronostico. Lo tengo in cassaforte da un notaio (scherzo, ovvio), il profilo corrisponde al miglior goleador dell'anno solare mihajloviciano.Ora che Destro se ne va sarà bene ricordare anche come e perché arrivò. Il Bologna becca nel corso di quel mercato una fila di no importanti e allora si mette in caccia di un giocatore simbolo, che non convinca tanto lo staff tecnico ma soprattutto tolga dal club di Saputo quell'alone di "squadra da poco" che ci si portava dietro dall'ingloriosa retrocessione guaraldiana di soli dodici mesi prima. A convincere la Roma ci vuole un mesetto e alla fine i vertici di Trigoria mollano solo in considerazione di un diritto sulla futura cessione (entro i cinque anni di contratto) pari a due milioni e mezzo: cifra a cui hanno rinunciato. Con Destro parte una forte campagna mediatica sul "Bologna nuovo" e si muove un entusiasmo popolare che guarda più alla "figurina" che non al giocatore in sé. I nomi trattati? Vado a memoria: Ilicic, Duncan, Defrel, Quintero, Praet, Borini, De Ceglie, Okaka, Pasalic, Kuzmanovic, Rondon, Zapata, Storari, Pazzini, Borriello (non manca mai), perfino Cerci, l'ultimo giorno. In compenso arriva lo sloveno Krivicic (dove è finito? Boh..a gennaio era arrivato il quasi omonimo Krsticic.) assieme a Rossettini e, per dire, a uno sconosciuto Diawara (che si rivelerà decisivo) e a un imberbe Falco. Poi Mounier e Giak (decisivo pure lui, non riscattato per due paste e un cappuccino), Mirante, Brienza e il ritorno di Taider e Brighi, più gli invisibili Rizzo e Crisetig. La svolta della pallida epopea di Destro al Bologna sta nell'infortunio del marzo 2016 che gli causa 72 giorni di assenza dai campi e, soprattutto, un recupero fisico mai avvenuto del tutto. Non essendo, lui, un medico o un fisioterapista, è da sospettare che tra intervento, cure post, riabilitazione e reinserimento qualcuno, o forse più di uno, abbia preso pesantemente una cantonata. In città circolano le voci più incontrollate e disparate, ci sono taxisti, controllori di cinema e ristoratori che forniscono particolari tutti da verificare e va solo apprezzato il fatto che Mattia (anche, immagino, per ragioni assicurative) non abbia mai profferito verbo sul tema, pure essendo, evidentemente, il primo danneggiato da eventuali e credo poco provabili errori. Fatto sta che non è più tornato sé stesso: sarà certamente un ciondolone, ma questo è un passaggio opaco, forse nemmeno tanto chiaribile, che sposta i giudizi sulla sua carriera. Ma torniamo a Barrow. L'aspetto principale non è la sua bravura tecnica, evidente, o l'età, 21 anni, quasi perfetta. E' il costo di Musa. Che può apparire sproporzionato, francamente, e infatti Sabatini ci sta riflettendo. L'Atalanta ha appena collocato Kulusevski e quindi non pare disposta a nessuna scontistica. Intendiamoci, non credo che esista un criterio oggettivo di valutazione. I numeri, peraltro, dicono questo. La punta atalantina quest'anno ha fatto 2 reti in 187' di impiego tra campionato e Champions, non male. Lo scorso anno 5 reti in 956', circa la metà. Idem l'anno prima, 3 in 450 minuti. A livello giovanile, tutto un altro rendimento. Ma il punto è che in tre stagioni tra i nerazzurri continua a essere una riserva. Diverso da Kouamè, obiettivo estivo, di due anni più anziano però già titolare tra i prof. da tempo 59 presenze in B e 49 in A nel palmarès. Poi, verissimo, vittima di grave infortunio quindi non negoziabile ora. Non vorrei essere nei panni di Sabatini. E' una scelta che vede i pro e i contro equamente distribuiti.
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