Tiago Pinto ha rilasciato una lunga intervista a The Athletic dopo il suo annuncio di addio alla Roma dal 1 febbraio 2024:

" Anche perché il lavoro da completare non manca, c'è stato Huijsen da consegnare a Mourinho ("Devo trovare un difensore economico", dice Pinto sorridendo in uno dei passaggi iniziali della chiacchierata, ndr)"

Pinto poi racconta anche del sul passato come quello al Benfica e dichiara:

"Sono arrivato con Ruben Dias e Joao Felix, nello stesso anno io sono diventato direttore sportivo e loro giocatori della prima squadra. Abbiamo vinto il titolo con nove cresciuti nel nostro vivaio e Bruno Lage, allenatore che arrivava dall'accademia, in panchina". Una sorta di seconda pelle, difficile da togliersi di dosso nonostante lui sia "non il tipo che si sente bene a rimanere 15 anni nello stesso posto. Mi piacciono le sfide e i rischi".

Tiago Pinto sulla Roma 

"Penso che il ciclo sia vicino alla fine. Non intendo il ciclo della Roma o quello dei Friedkin, ma dico che la mia missione è praticamente finita. Personalmente, mi sento stanco"

Selezioniamo i migliori giocatori dal settore giovanile e lavoriamo con loro come se fossero della prima squadra. Hanno uno psicologo, un nutrizionista, un allenatore speciale. Il tutto per ridurre il gap, Zalewski e Bove erano da subito parte del gruppo. Quando Bove ha segnato al Leverkusen, mi sono chiesto se per me fosse stato di più la sua scoperta o aver preso Dybala".

Pinto ricorda che al suo arrivo a Roma e racconta:

"C'erano più di 70 calciatori sotto contratto e alcuni erano giocatori secondari. Non vorrei menzionarli ma tutti ricordano di Pastore, Nzonzi, Santon. O di altri come Bianda, Coric e Riccardi... Molti giocatori erano sotto contratto con emolumenti pesanti e non rendevano. Non volevo però svalutarli, abbiamo provato a fare il possibile per trovare ad ognuno la miglior soluzione".

"Abbiamo venduto per oltre 160 milioni di euro, ma se escludi Ibanez e Zaniolo erano tutti o in prestito altrove o fuori rosa. 

E quindi viene raccontato come abbia convinto Mourinho: letto l'annuncio dell'esonero dal Tottenham, ha mandato un messaggio scherzoso all'agente, che l'ha inoltrato al tecnico. Mourinho ha apprezzato, e tutto è accaduto in un lampo: 

"Penso che tra il messaggio e l'annuncio siano passate due settimane. E tutto senza avvisi, una sorpresa per tutti".

Tiago Pinto su Dybala 

Paulo Dybala

Tiago Pinto ricorda anche l'acquisto della Roma di Dybala

"Penso che siamo stati molto intelligenti a gestire i tempi, perché a fine stagione o inizio mercato eravamo in competizione con altri due club. Non voglio citarveli, ma la prima delle due non poteva chiudere l'affare, mentre la seconda stava cambiando allenatore. Così abbiamo capito che era il momento: o in quel momento o mai più. Avevamo una settimana per chiudere, penso che si sia lavorato bene, da team: io, la proprietà e il mister, tutti coinvolti".

Tiago Pinto e l'arrivo di Lukaku

Romelu Lukaku

Chiusura sull'ultimo grande affare operato da Pinto a Roma, l'arrivo estivo di Lukaku in prestito dal Chelsea: 

"Sapevo tutto perché con il suo agente stavamo parlando di un altro calciatore e ogni volta ci scherzavo: 'Che succede con Lukaku?'. Senza dirgli che lo volevo, una volta poi che mi chiamò ed ero assieme a Ryan (Friedkin, vice-presidente della Roma, ndr) cominciai a urlare senza neanche dirgli 'ciao'. Strillavo 'non voglio Lukaku, te l'ho già detto, non ho i soldi!'. E lui rideva... Provate a chiedere a un tifoso della Roma tre anni fa se pensava di avere Dyvala, Abraham, Lukaku e Mourinho nella stessa squadra. Vi avrebbero detto che eravate pazzi e invece eccoli lì".

"Ho fatto tre anni a Roma e non ci sono molti direttori che hanno avuto questa opportunità. Futuro in Premier League? È il meglio al mondo, il torneo in cui tutti vorrebbero essere. Ora o in futuro, mi piacerebbe vivere un'esperienza così. Dopo Roma, sono pronto a tutto".

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