Mentre la squadra colleziona sconfitte, il presidente Saputo si preoccupa di commentare il traguardo a dir poco futile del milione di fan su Facebook

- di Alberto Bortolotti -

Alla fine Saputo non si è presentato ad ammirare lo spettacolo (si fa per dire) con il Milan, verrà probabilmente con la Juventus. Ha però parlato, o meglio, lo hanno fatto parlare, a commento di un successo che evidentemente, nella testa dei maggiorenti di Casteldebole, compensa le scarse soddisfazioni ottenute sul campo. 18 sconfitte su 35 gare giocate sono un dato che parla da solo. Il milione di follower su Facebook è invece un numero "tondo", magico, evocativo. Le malelingue (tra i tifosi sono tanti gli "smanettoni" che conoscono questi aspetti e sono quindi in grado di "sgamare" eventuali cifre non del tutto veritiere) sostengono che l'ammontare dei seguaci si può anche, diciamo, arricchire come fanno in tanti. La cosa buffa, più volte sottolineata in questi giorni, è la quantità di appassionati rossoblu in località esotiche. I 128.000 algerini e i 21.000 afghani che hanno messo "mi piace" parrebbero, di base, in altre faccende affaccendati: nazioni con problematiche di vita civile enormi che non si vede come possano appassionarsi alle spizzate di Avenatti o alle galoppate di Keita. E' facile ironizzare su come il calcio sia l'oppio dei popoli e una grande valvola di consolazione per chi soffre vicende di vita più serie, ma il Bologna per più di metà partite non offre nemmeno quel supporto, quindi la valle di lacrime africana, mediorientale o del Far East è destinata a restare tale: non esiste gioia rossoblu a temperarla, ahimè. La realtà è che, a quasi quattro anni di distanza, non è chiaro cosa voglia fare da grande questo club. Le "malinconie" legate alle graduatorie feisbuchiane sono lo specchio di un contesto in cui si vorrebbe essere grandi, battagliare con la big, ma solo sulle cose futili (se non inutili) e mai sul campo. Ma Saputo è consapevole dell'argomento? Io mi rifiuto di pensare che conosca qualche principio legato ai "like" sui social e che se ne interessi un minimo. Gli hanno certamente sottoposto una dichiarazione convincendolo dell'opportunità di farla. Ma il parlare così a intermittenza, su tematiche così varie, abbandonando - tra l'altro - la tecnica del video comunicato usatissima all'inizio...boh, non ci vedo una logica. Ci sarà, ma io fatico a scorgerla. La piazza reagisce sempre in due modi opposti. Ci sono coloro i quali per principio non lo discutono e quelli che da tempo invocano un piglio diverso. Chiudiamo con un esempio, tratto dal Forum rossoblu, della seconda corrente. "Trova il tempo di parlare dei follower su Facebook e da mesi non dice una parola sugli spettacoli ridicoli che offre la sua squadra. L'ultima volta che ha parlato di calcio è stato per vendere Verdi. Bene dai".
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