José Mourinho, coach della Capitale, ha parlato in conferenza per la partita di domani sera al Dall’Ara contro il Bologna: Ecco le sue parole:
 

SUL CAMBIAMENTI: “C’è bisogno di una mentalità forte, di un gruppo empatico che vuole fare bene. Il credito è per i giocatori che non giocano tanto, come nel caso di Diawara che ha comunque lavorato tanto in settimana nonostante poi giochi poco. I giocatori che giocano lo fanno con quella grinta, amicizia che serve. Come Kumbulla che entra per giocare un minuto, ma ha fermato una giocata pericolosa, ha preso un giallo e si butta nel calcio di punizione avversario. Ha marcato un gigante come Milinkovic ed esce felice perché ha fatto tanto. A livello tattico poi spetta a me trovare la soluzione“.

SULLA CHAMPIONS: “Per qualche ragione loro sono li. Il campionato non è un’autostrada: ci possono essere squalificati, infortuni o altro. Atalanta e Milan erano lì lo scorso anno e sono lì adesso. Il Napoli uguale. Sono lìper qualche ragione. Se noi possiamo stare vicino invece che lontanissimo è ovviamente meglio ed è motivante. Se siamo a sette punti di distanza invece di trenta ti dà un feeling diverso. Significa che stiamo lavorando in modo positivo“.

SU MIHAJLOVIC: “Non deve ringraziarmi. Quello che ho fatto durante la malattia l’ho fatto con il cuore. E’ un super amico di un grande amico e quindi automaticamente diventa un grande amico mio. Noi persone pubbliche quando facciamo delle cose sbagliate abbiamo un’influenza negativa, quando facciamo qualcosa di buono siamo un’influenza positiva per tanta gente. Lui sicuramente ha avuto un’influenza positiva per tanta gente che ha avuto il problema di Sinisa. Ha avuto una forza incredibile, ha il mio rispetto e la mia ammirazione. Purtroppo ci sono tanti che soffrono del suo problema, ma lui è stato un esempio bravo. Ha avuto un coraggio tremendo, lavorando sempre. Non è lui che deve ringraziarmi, ma sono io che devo ringraziare lui in nome di tanti“.

SU SMALLING: “E’ importante per noi, ma abbiamo Kumbulla, Mancini e Ibanez. Non ci sono problemi adesso. Non è una situazione che deve vederlo per forza in campo. Solo domani decideremo, ma dobbiamo gestirlo. Anche l’opinione del calciatore sarà importante. La tecnologia può aiutare, se mi dice che si sente benissimo gioca. Se mi dice che si sente al 99% e non al 100% allora lo proteggo“.

SU RUI PATRICIO: “Rui Patrício è importante, il dato è importante, ma la squadra è più importante. Quando la squadra gioca bene e difende da gruppo per lui è più facile, poi ci sono dei momenti in cui la squadra non riesce a gestire tutto e lì il portiere può fare la differenza. Rui in queste partite non ha avuto tanto da fare, ma siamo felici di lui“.

SUL RITORNO AL CENTROCAMPO A DUE: “Vediamo se avremo Cristante e Villar o uno dei due. Ancora stiamo aspettando, ancora è possibile, sono passati 13-14 giorni. I giocatori non hanno sintomi da tanti giorni, quasi dall’inizio. Si stanno allenando benissimo a casa, ma col nostro controllo a distanza. Stiamo aspettando se possono giocare“.

SU ZANIOLO MEZZALA: “Nei momenti di difficoltà è importante essere disponbili. Dobbiamo trovare delle cose possibili: se mi chiedi se Zaniolo può giocare come terzo in difesa, ovviamente no. Può giocare come 10, come mezz’ala, come punta unica. Può fare tutto con voglia, empatia, mentalità. Abbiamo lavorato per tanto tempo con lui a giocare come ala con un determinato tipo di libertà e il ruolo più simile è questo delle ultime due gare, come secondo attaccante. Un po’ come Carles Perez, è stato sempre un’ala destra, nelle due ultime gare ha giocato come mezz’ala. Dobbiamo vedere giorno dopo giorno, ora abbiamo perso Pellegrini, fino a gennaio non possiamo più pensare a lui. Vediamo le difficoltà che arrivano, magari succede qualcosa di positivo, magari recuperiamo Cristante, non lo so. Dobbiamo gestire le cose come arrivano“.

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