La storia calcistica del brasiliano Adriano, ex stella dell’Inter e anche della Selecao, è stata caratterizzata da prestazioni roboanti agli inizi, per poi finire nel peggiore dei modi. Il classe 1982 ha appeso gli scarpini al chiodo oramai da tanti anni per via della sua vita sregolata fuori dal campo. Una carriera da calciatore buttata via per i tanti eccessi, dovuti pure a momenti alquanto drammatici relativi la sfera privata. In Italia, Adriano ha giocato con Inter, Fiorentina, Parma e Roma ma la sua carriera è stata rovinata da un nemico in particolare: l’alcol. Ecco la sua drammatica testimonianza rilasciata a Repubblica, a riguardo di questo suo brutto vizio e le ragioni che lo hanno portato in quella situazione deficitaria, che non gli ha più permesso di ritornare quello di un tempo:

”La morte di mio padre mi ha distrutto. Mi sentivo solo. Trovavo felicità solo bevendo, lo facevo ogni notte. Soltanto io so quanto ho sofferto dopo la morte di mio padre, mi ha distrutto. E dopo è stato peggio perché mi sono sentivo molto solo. Ero triste e depresso in Italia: così ho cominciato a bere. Era l’unica cosa che mi rendeva felice, bevevo di tutto: whisky, vino, vodka, birra. Specialmente birra, tantissima. Non riuscivo a smettere e così ho dovuto lasciare l’Inter”.
 

DISAGIO - “Non sapevo come nascondere il mio disagio. Arrivavo sempre ubriaco agli allenamenti. Non volevo mostrare la mia situazione, ci tenevo a non saltare gli allenamenti. Eppure poi mi presentavo in quello stato e così lo staff mi portava a dormire in infermeria. L’Inter mi copriva, diceva alla stampa che ero infortunato, che avevo problemi fisici. Poi ho capito che la gente che avevo intorno era un problema: gli amici non mi hanno mai aiutato. Mi portavano sempre alle feste con donne e alcol, non pensando a nient’altro“

 

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