Domenica 19 marzo alle ore 18 lo stadio Olimpico torna ad essere il teatro di una delle partite più sentite in Italia e nel mondo. Si gioca infatti il derby di Roma valido per il girone di ritorno, che mette nuovamente di fronte Lazio e Roma in questa stagione dopo la sfida dell'andata giocata il 6 novembre 2022 e terminata 0-1 per i biancocelesti, con la rete decisiva di Felipe Anderson al 29'. Ripercorriamo la storia della stracittadina che è arrivata all'edizione numero 181.

Lazio-Roma: i numeri del derby capitolino

I primi derby la Lazio li gioca con le tre squadre antenate della Roma e che poi si fonderanno insieme per dare vita al sodalizio giallorosso, nel 1927: l'Alba, il Roman e la Fortitudo. Nello stesso anno al presidente della Lazio, il generale Massimo Vaccaro viene proposta la fusione ma lui rifiuta per due motivi che spiega attraverso le colonne del giornale Il Tevere: alla base delle condizioni poste per l'unione, i biancocelesti avrebbero dovuto farsi carico dei debiti dell'Alba e della Fortitudo e questo avrebbe portato la neonata società ad avere già dei debiti appena fondata. La seconda ragione è stata perché non voleva perdere ne il nome, ne i colori, ne il simbolo della squadra che le donavano la sua identità.

Con queste vicende pregresse l'8 dicembre 1929 allo Stadio Rondinella, si svolge il primo derby ufficiale tra Lazio e Roma. la gara viene vinta dai giallorossi davanti a 15.000 spettatori grazie al gol di Rodolfo Volk, a metà del secondo tempo. Anche la partita di ritorno che si gioca invece al Campo Testaccio casa della neonata società capitolina, vede quest'ultima prevalere di nuovo per 3-1: gli aquilotti passano in vantaggio con Pastore ma subiscono la rimonta firmata da Bernardini, ancora Volk e Chini nella seconda frazione che sigilla il risultato.

Da questi primi due incontri nella stracittadina ne sono stati giocati 180 e il conteggio vede in vantaggio la Roma negli scontri diretti: sono infatti 67 le vittorie ottenute dai romanisti tra campionato e Coppa Italia, mentre sono 49 quelle dei laziali e 65 i pareggi. Se si allarga il discorso anche alle partite amichevoli, ad essere in vantaggio è invece la Lazio con 8 vinte contro 6 e un solo pareggio. L'ultima sfida senza qualcosa in palio però risale al 29 maggio 1994, quando per il trofeo Calleri sono stati i giallorossi ad imporsi per 0-2 grazie ad una doppietta dell'ex centrocampista Massimiliano Cappioli.

26 maggio 2013, Roma-Lazio 0-1: il derby che vale la Coppa Italia 

Oltre ai derby che si sono giocati e che sono valsi i due scudetti della Lazio, quelli della stagione 1973/1974 vinti entrambi per 2-1 e quello di ritorno dell'annata 1999-2000 in cui ha prevalso per 2-1 dopo aver perso all'andata 4-1, si possono menzionare i quattro vinti nel 1997/1998: due di campionato e due di Coppa Italia, che poi hanno portato alla conquista del trofeo dopo la doppia finale col Milan. Ce n'è uno in particolare però che i tifosi biancocelesti ricordano con estremo piacere; la sfida cittadina che è valsa la vittoria dell'ennesima coppa nazionale nel 2012/2013.

La stracittadina di Roma che si è giocata il 26 maggio 2013 è stata unica per due ragioni: la prima è che nessuna delle due squadre si era mai affrontata quando in palio c'è un trofeo ad esclusione delle varie edizioni amichevoli del trofeo Calleri e della Coppa Fornari durante il Ventennio fascista, il 26 giugno 1932. L'altra ragione è che è stata la seconda volta in assoluto nella storia della Coppa Italia, che due squadre della stessa città si affrontano in finale. Il precedente è rappresentato dalla gara tra Juventus e Torino, valida per l'assegnazione del trofeo iridato del 1938 e ad aggiudicarselo sono stati i bianconeri.

In una gara dominata dalla pressione avvertita dalle due squadre per l'importanza della posta in palio con un trofeo da vincere e la possibilità di fare la storia della rivalità cittadina, l'episodio della svolta arriva a diciannove minuti dal termine: é il 71' quando il portiere della Roma Bogdan Lobont smanaccia male un cross forte e teso dalla destra di Antonio Candreva e la palla finisce sui piedi di Senad Lulic, che da pochi passi appoggia in rete. E' il gol che manda in delirio la tifoseria biancoceleste e permette alla Lazio di aggiungere la sesta Coppa Italia in bacheca.

10 marzo 2002, Lazio-Roma 1-5: la sconfitta più pesante 

Anche per la Roma si può fare il discorso valido per l'importanza che hanno avuto i derby nella conquista di due dei tre scudetti, ottenuti finora dalla società giallorossa. Nella stagione 1941/1942 anno del primo titolo, è riuscita ad imporsi per 2-1 in quello di andata mentre ha pareggiato 1-1 quello di ritorno. Nel 1982/1983 quando è arrivato il secondo tricolore il derby non si è disputato, perché la Lazio è retrocessa in Serie B. Nel 2000/2001 annata che ha visto i cugini giallorossi strappare proprio a quelli biancocelesti il titolo vinto nella stagione precedente, ha visto la stracittadina di andata terminare in favore della Magica grazie ad un autogol di Paolo Negro e quello di ritorno chiudersi sul 2-2. Il bolide da fuori area di Lucas Castroman al 95' ha permesso alla Lazio di non subire la seconda sconfitta.

Il derby che però forse è rimasto più nel cuore dei tifosi giallorossi, è quello che si è giocato il 10 marzo 2002 per il girone di ritorno. Oltre ad essere il secondo derby vinto dalla Roma in una singola stagione, ha rappresentato la sconfitta più larga subita dalla Lazio in una stracittadina dopo il 5-0 dell'annata 1933/1934. Se in quell'occasione a fare da mattatore ci avevano pensato Tomasi con una tripletta e Bernardini con una doppietta, stavolta il palcoscenico lo ha conquistato Vincenzo Montella.

In questa gara l'ex attaccante della Sampdoria mette a segno quattro gol, a cui fa seguito la rete del capitano Francesco Totti. A rendere ancora meno sopportabile l'umiliazione sono arrivate ad anni di distanza le dichiarazioni dell'ex capitano in quell'occasione e bandiera della Lazio, Alessandro Nesta. In una intervista di aver chiesto di essere sostituito a fine primo tempo per la vergogna di doversi presentare di nuovo in campo di fronte ai propri tifosi per disputare il secondo, dopo quella prestazione e quel passivo.

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