Tutte le chiavi di lettura del pareggio di ieri tra Lazio e Milan. Gattuso ha in pugno una squadra decimata, in attesa dei rinforzi entro...il 13 dicembreQuando sei costretto a rincorrere un obiettivo sfumato nelle ultime stagioni, quando hai appena cambiato proprietà dopo un trascorso fatto di buchi neri e strisce rosse di debiti da capogiro, quando sei all’Olimpico a giocarti uno scontro diretto per il quarto posto contro la Lazio, sei in vantaggio e ti vedi riacciuffato al 94’ a una manciata di secondi dal triplice fischio finale, quando sei il Milan e il tuo condottiero numero uno è Gattuso non sai bene come assaporare quanto fatto la sera prima una volta ritrovatoti a Milanello nella giornata del lunedì. Già, perché se guardi al pareggio di ieri nelle vesti di una squadra smembrata dai numerosi infortuni, non puoi non pensare che quello di Roma è un punto conquistato, specie considerando che a fronteggiarti, tra le proprie mura, è stato un team che ti ha sempre preceduto negli ultimi anni grazie anche ad una base solida sia a livello dirigenziale che sul campo. Eppure, se guardi all’1-1 realizzato da Correa nel finale di un match in cui hai saputo soffrire e offendere da squadra unita tra le tante difficoltà dettate dalla sfortuna, non puoi non avere in bocca quell’amaro partorito da un’impresa voluta, sfiorata e svanita in un rinvio sbagliato da parte di Zapata e in una sfera capace di passare tra quattro gambe prima di insaccarsi inesorabilmente alle spalle di Donnarumma. A farsi garante della verità, tuttavia, è una statistica di certo non esaltante per Gattuso e co.: sono 9, infatti, i punti persi pesantemente dal Milan da agosto ad oggi partendo da situazioni di vantaggio, tutti condensati in 4 rimonte subite rispettivamente da parte di Napoli, Empoli e Atalanta. Quello di ieri, ciò nonostante, è un match a sé stante, considerando che con Biglia, Romagnoli, Musacchio, Caldara, Bonaventura e Higuain indisponibili, probabilmente il Milan non poteva fare di più e ragionando anche sul fatto che l’1-1 finale è obiettivamente un risultato giusto alla luce di quanto fatto abbiano fatto vedere gli uomini di Inzaghi in campo. Dall’altra parte, il Diavolo ha saputo reggere gli urti dei biancocelesti grazie ad un affiatamento da non sottovalutare e ai miracoli di un Donnarumma tornato a fare il Donnarumma anche nella propria squadra di club. La duttilità tattica in una gara di rimessa è, inoltre, una caratteristica nuova per i giocatori di Gattuso, spesso e volentieri in difficoltà, sino a ieri, davanti a una squadra capace di gestire il possesso palla per la maggior parte dei 90 minuti di un incontro. Ecco, allora, che il punto portato in tasca a Milano dopo ieri diventa un qualcosa di prezioso e indispensabile per il proseguo del campionato rossonero. Affrontare, da qui a Natale, un calendario non impossibile e farlo con la consapevolezza di ritrovarsi a -1 dalla zona Champions diventa il fattore in più di un allenatore capace di inculcare l’unità all’interno della propria rosa e di rivalutare chi, sino a un paio di settimane fa, non era considerato all’altezza del blasone e degli obiettivi della società. Tiémoué Bakayoko è, infatti, l’uomo in più di un centrocampo svuotato dagli infortuni e, davanti alla difesa, garantisce un recupero di palloni fondamentale, in casa Milan, per arginare gli attacchi avversari assieme al compagno di reparto Frank Kessie. Il ritorno in campo di Higuain dopo la squalifica, il miglioramento di Calhanoglu e i recuperi di Romagnoli e Musacchio entro la trasferta di Atene del prossimo 13 dicembre possono rivelarsi determinanti per terminare il 2018 in piena zona Champions, in attesa di un girone di ritorno troppo importante e, si spera, meno sfortunato.
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