Intervenuto nel podcast Club Random, Lance Armstrong è ritornato a parlare degli anni bui nel quale era il re incontrastato del ciclismo nonostante la grande macchina del doping che aiutava le sue prestazioni. Ecco un estratto delle parole dell'ex ciclista texano

“Vedo questa situazione come una grande bugia che ripeto continuamente. Ho preso queste decisioni, sono errori miei. Sono qui per dire che mi dispiace. È tutta colpa mia. Ho trascorso il resto della mia vita cercando di riconquistare la fiducia delle persone”.

La confessione di Armstrong sul doping

“Si trattava di ingannare il sistema. L’ho sempre detto e posso dirlo ancora: sono stato testato 500 volte e non ho mai fallito un test antidoping. Non è una bugia. Questa è la verità. Quando ho fatto la pipì e poi l’hanno analizzata, era ok. La verità è che alcune di queste sostanze, soprattutto quella che era la più benefica (l’Epo, ndr), avevano una “durata” di quattro ore. Alcune sostanze, come la cannabis, hanno una “durata di vita” molto più lunga” ha aggiunto Lance Armstrong.

Lance Armstrong
Le accuse a Lance Armstrong

“Puoi fumare una canna, andare al lavoro e risultare positivo due settimane dopo, perché la ‘shelf life’ è molto più lunga. Con l’Epo, hai una ‘shelf life’ di quattro ore. Lascia il corpo molto rapidamente” ha concluso l'ex ciclista. 

Le parole di Armstrong su Pantani

Armstrong si era lasciato andare ad una confessione sugli anni bui anche in un documentario in onda su Sky: 

“Quando mentivo ero tranquillo. Tranquillo. Era parte del gioco. Ero talmente abituato che alla fine ero diventato immune a tutto quanto. Qualche volta ho usato la storia del cancro come uno scudo. Ed è stata una vera idiozia. Col senno di poi avrei dovuto separare ciclismo e cancro. Se mio figlio mi chiedesse di doparsi? Se Luke che gioca al football mi dicesse che vuole doparsi direi che è una pessima idea. Sei al primo anno di college… il discorso sarebbe diverso se tu fossi nella NFL. Un eroe popolare”. 

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 Chiusura di Armstrong su Marco Pantani; "Dava spettacolo nella tappe di montagna. L’Italia lo ha abbandonato. Gettato via. Uno dei suoi eroi. Uno che faceva quello che facevano tutti”. 

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