L'avvocato Angelo Cascella è intervenuto in diretta ai microfoni di TvPlay per discutere del controverso caso che coinvolge Francesco Acerbi e Juan Jesus. Cascella ha esordito con una nota di cautela, affermando: "Ci andrei con i piedi di piombo nella questione Acerbi, perché in un contesto di 80 mila spettatori che urlavano, una frase può anche essere stata fraintesa in buona fede da Juan Jesus. Prima di arrivare a processi contro il giocatore dell’Inter io aspetterei, pur considerando il grado di prova che deve essere raggiunto all’interno della giustizia sportiva”.

Il precedente in Premier League

Ricordando un caso precedente che ha trattato nel Regno Unito, Cascella ha sottolineato: "In passato ho rappresentato un calciatore che giocava in Premier League, nella formazione riserve, e che era stato accusato di aver usato frasi razziste dopo uno scontro di gioco. C’è stato questo procedimento presso lo stadio di Wembley, dove ha sede la federazione inglese, alla presenza mia, di chi aveva accusato il calciatore e di tre giudici, uno dei quali era un ex giocatore inglese di colore".

"Ciò che è emerso durante quel processo - ha aggiunto l'esperto di diritto sportivo - è che uno dei giudici, un ex giocatore inglese di colore, aveva sottolineato l’abitudine dei calciatori italiani di interloquire in campo tramite parolacce. Il processo durò otto ore, si riguardarono le immagini dell’accaduto, e non c’era nulla che potesse far pensare ad un astio tra i due giocatori. Molto spesso, in quel contesto, può scappare la parolaccia oppure ci possono essere fraintendimenti”.

Il caso Acerbi-Juan Jesus continua a tenere banco nel panorama calcistico, ma le parole dell'avvocato Cascella gettano luce sulla complessità delle dinamiche che possono verificarsi sul campo e sulle possibili interpretazioni delle situazioni di tensione durante le partite. Resta ora da vedere come evolverà la vicenda e se verranno adottate ulteriori misure per chiarire gli eventi accaduti.

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