Si avvicina a grandi passi il 20 maggio, giorno in cui Steven Zhang patron dell'Inter deve saldare il debito di 385 milioni contratto col fondo di investimento americano Oaktree. Negli ultimi mesi sono stati i nomi e gli investitori da cui il magnate cinese é andato a chiedere aiuto, per evitare che la società nerazzurra che ha messo come garanzia del pagamento (stessa tecnica adottata dai Glazer col Manchester United) possa effettivamente diventare il pegno da riscattare per vederlo estinto e poterne chiedere uno nuovo.

I soldi ricevuti si trasformano poi in parte in quote che vanno agli altri azionisti, i quali a loro volta li rimettono a disposizione per creare fondi utilizzabili. Un modello con i suoi vantaggi, che però necessità che prima il finanziamento venga ripianato e questo rappresenta l'ostacolo principale.

La situazione di Zhang

L'imprenditore asiatico dopo aver trovato sostegno in Goldman Sachs e in altri fondi nei mesi precedenti, attualmente avrebbe trovato l'accordo con Pimco sulla base di un rifinanziamento di 400 milioni di euro, quindi con un debito superiore al precedente che andrebbe però ad estinguerlo, spalmato in tre anni. Ad assisterlo in questa operazione finanziaria ci sarebbero studi legali internazionali quali Lahtam Watkins, Dla Piper e Pedersoli-Gattai.

 

Steven Zhang
Zhang Marotta Zanetti

Controfferta di Oaktree

Oaktree però nonostante il bel gruzzolo che riceverebbe da Pimco qualora liquidasse il debito per conto di Zhang, non vorrebbe perdere la presa che ha su una società in crescità come l'Inter. Per questo secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore, avrebbe proposto al suo creditore il prolungamento di un anno del finanziamento.

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