Il Director’s Cut di questa settimana concentra la sua attenzione sul controverso “universo” che ruota attorno al Bologna. Focus sulle parole di SabatiniSono talmente contraddittori i dati che ci fornisce l'"universo Bologna" che si fatica veramente a trovare un filo conduttore. Partiamo dalla intemerata del direttore Sabatini, che lui non si è azzardato a derubricare in scherzo perché chi era presente ha ben visto che non si trattava di nulla del genere. Tutta la falange macedone dei saputiani ha subito eletto a idolo il manager perugino, giacché il suo j'accuse contro la stampa corrisponde esattamente a quel che pensano loro, ma il problema è che i bersagli sono diversi. Restano scarsa educazione e assurdità delle parole usate, figuriamoci se una insufficienza in pagella può essere oggetto di insulto. Cos'è, per caso, un politico? Uno di quelli che si circondano di cattivi consiglieri ? Da lui in realtà mi aspetto un contributo "culturale" molto migliore. L'orizzonte dei cosiddetti "sempre godenti" va al massimo da Ozzano ad Anzola. I giornali tendenzialmente non vengono letti, al massimo sbocconcellati al bar e sunteggiati in radio e sul web, i siti di riferimento 3 o 4, con una classificazione che parte dall'appiattimento su Casteldebole (voto 10), a una parvenza di profilo critico e giornalistico (voto 4, prevenuti, cattivi e irriconoscenti). Delle radio, che sia FM o rete, viene apprezzato chi mantiene un profilo simile a quello di "Hurrà Juventus", il vecchio house organ bianconero caro a "Marisa" Boniperti. E di informazione dal profilo molto filosocietario ce n'è parecchia, di recente. Titolare dopo la sconfitta di Torino solo sull'arbitro ne è, per esempio, un esempio esemplare, appunto. Bene, in questo contesto l'orizzonte e gli obiettivi di Sabatini sono del tutto diversi. I suoi trascorsi romanisti e interisti lo hanno tolto dal cono d'ombra del Giornale dell'Umbria e del Giornale di Sicilia, sue stelle polari negli anni in cui è partita una bella carriera. Sotto la Gazzetta ora Walter non va tanto, al massimo prende in esame Corriere dello Sport e Tuttosport. Pensare che potesse avercela con quei...maigoduti del Corriere o di Telesanterno è proprio fuorviante. Lo hanno infastidito, in realtà, i 5 dati a Schouten dalla stampa nazionale. E qui dovrebbe obbligatoriamente scattare una riflessione: ma se nessun quotidiano sportivo dà la sufficienza al talentino olandese (definito giovanissimo da qualche soporifera voce radiofonica, ma avrebbe 23 anni compiuti...) il problema sono loro o siamo noi? Cioè questa nostra auto referenzialità portata all'eccesso, per cui siamo tutti asserragliati nel fortino contro un CLN calcistico che raggruppa l'universo e che ci vuole male, mina le nostre certezze, demolisce il cumulo di bontà portata dalla proprietà, non comprende la grandezza del progetto, ci fa bene, infagottati nella nostra culla, o ci impedisce di crescere? Schouten potrà crescere, certo, anche perché se non lo facesse resterebbe al massimo un cambio in A. E le nostre ambizioni europee non possiamo coltivarle solo a parole, ma debbono nutrirsi di giocatori protagonisti, non di eleganti frillini che incidono il giusto, alla fine. Salto subito a una conclusione: un acquisto di gennaio, ovvero l'argentino, ha un passaporto biologico molto più macho degli efebici nordici che galleggiano, finora, senza andare oltre il 6 (en passant: è il mio voto a Schouten per la gara di Torino. Primo tempo bene, secondo - mi è parso 4-1-4-1 -, insomma, insomma, insomma).Debbo dire che su Dominguez e sul suo folgorante debutto ho sentito una notazione molto giusta, pur proveniente da un "nemico": e cioè che nel finale si giocava a porta romana e quindi il ragazzo va rivalutato quando potremo verificare la sua fase difensiva. Però è indubbio che costui è una addizione dal profilo decisamente internazionale e quindi più che apprezzabile. Su Barrow e Ibanez...non so. Non è un colpo da plumone, perché i soldi si spendono ancorché spalmati su più esercizi e con il forte sospetto che l'esborso venga presto calmierato da una cessione eccellente. Esultare perché arrivano due...non titolari dell'Atalanta (se scrivo riserve vengo additato come nemico del popolo) non mi pare cosa, oppure è l'ennesimo timbro sulla provincialità. Non valutarne le potenzialità in progress sarebbe ugualmente sbagliato. Sospendo il giudizio e attendo, tanto il progetto è su 10 anni, no? Infine, il girone di andata. A cui do la sufficienza. 8 sconfitte contro 6 vittorie non sono esattamente un bottino esaltante. Tante attenuanti sul tavolo, ambientali, cliniche, morali e tecniche, ma le difficoltà le patiscono tutti. Un cronista veronese, ascoltato in radio da Vicari, mi ha fatto innamorare quando, provando a scansare le cessioni di Kumbulla e Amrabat, ha detto che "quelli buoni vanno tenuti per potere consentire ai tifosi di sognare". Il punto è che qui sognano comunque, giustificano comunque, sono contenti anche del poco o del medio. Se mi si passa la battuta, siamo tutti avvolti da una colossale bolla fortitudina. Forza biancoblu!
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