Lorenzo Casini ha 47 anni e da 1 anno è presidente della Lega Serie A, nei giorni scorsi ha rilasciato un'intervista al Corriere della Sera e ha parlato della situazione del calcio italiano e di alcuni episodi che lo hanno reso protagonista.

Un anno esatto di lavoro:

“Non si finisce mai di imparare. Finora è stata un’esperienza bella e sfidante”.

La rottura con De Siervo:

“Il tema, con nessuna frattura, si era aperto e chiuso a febbraio: erano procedure interne alla Lega e mi dispiace siano diventate pubbliche”.

La scoglio più difficile:

“Come nel settore pubblico, realizzare trasformazioni e introdurre cambiamenti”.

Le nuove idee per il calcio:

“Nel nostro documento abbiamo indicato molte misure per valorizzare i giovani, attivare le seconde squadre, migliorare il rapporto tra le leghe, potenziare le infrastrutture. Alcune sono immediate e già sono state realizzate, come l’introduzione del fuorigioco semi-automatico. Per altre ci vorrà più tempo”.

La Serie A a 18 squadre:

“Su questo punto i club si sono espressi prima del mio arrivo. Si può fare un’ulteriore riflessione, però con dati seri sui pro e contro anche in termini di audience e di rappresentanza territoriale, nel quadro delle riforme di cui ha bisogno il nostro settore. Come in tanti rilevano, le partite in calendario oggi, tra campionati, coppe e nazionali, sonio diventate forse troppe”.

I punti fondamentali:

“Abbiamo tre linee di azione: più risorse, migliori infrastrutture e più cultura. Oltre ai proventi da diritti tv, auspichiamo un intervento di governo e parlamento sulla pirateria, diventata una vera e propria emergenza. Siamo grati all’Agcom per il supporto. É giunto il momento di destinare anche ai club parte degli introiti derivante da giochi e scommesse. Le infrastrutture sono il tema più urgente e non differibile, indipendentemente dalla candidatura dell’Italia a Euro 2032 che supportiamo: tramite il Laboratorio infrastrutture della serie A abbiamo dossier sullo stato di ogni stadio, anche con i nodi burocratici, che potrà agevolare la realizzazione dei progetti. Infine, la cultura: il calcio è un formidabile strumento formativo, non solo per i giovani, ma è dalla scuola che bisogna cominciare”.

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