Riflessioni tra basket e calcio partendo dal sorpasso del primo sul secondo a livello regionale. Al Bologna potrebbe servire Prandelli I convegni sono spesso un sistema per incontrare gente, fare p.r., Il tema non è poi che interessi a tanti, importanti sono il prima e il dopo. Andando a metà settimana all'incontro promosso da Stage Up sullo sport, la cultura e il turismo in Emilia-Romagna pensavo comunque di trovare dati, e sono stato accontentato. Mi ha colpito il fatto che in Emilia-Romagna i fan di pallacanestro sono di più di quelli del pallone: 538 mila tifosi di squadre calcio della regione (le quattro di Serie A), 769 mila quelli di squadre di basket (trai A1 o e  A2, in cui c'è una piazza storica come Forlì).
Sinceramente nelle mie quotidiane scorribande radiotv mi accorgo poco di questo "sorpasso", che in ogni caso rappresenta un dato di indubbio interesse. E' verissimo che la stagione d'oro della F e quella bronzo/argentea della V sollecitano attenzione da parte del pubblico bolognese e che la prossima vicinanza competitiva tra i due club alimenterà ulteriormente ciò, ma il calcio la fa comunque da padrone. Di sicuro ci sono stati dei punti di contatto sul territorio felsineo, ancorché dovrebbe essere vietato per legge fare paragoni troppo diretti tra le realtà. Due terzi hanno cambiato il tecnico, ottenendo evidenti risultati, e tutte e tre hanno rafforzato l'organico a metà tragitto con addizioni di qualità. Sono stati troppo diversi i contributi forniti da Chalmers, Delfino e i quattro rossoblù "nuovi" ma di sicuro le tre proprietà hanno fatto uno sforzo apprezzabile e coronato da successo.
Detto che il convegno ha riaffermato le esigenze di impiantistica nuova dei cesti bolognesi, ma sulla base di una separazione di impianti tra le due squadre, credo, ahimè, che la "corrente serba" che ha alimentato la rinascita delle due compagini in crisi sia destinata a interrompersi.
Djordjevic (il quale ha deliberatamente scelto di puntare sulla Champions, a suo modo di vedere la condizione fisica in cui ha trovato il gruppo impediva il doppio obiettivo) resta e diventa un simil Ferguson, che Mihajlovic intenda "monetizzare" il miracolo compiuto è un fatto umano e qui è difficile che possa avvenire nelle proporzioni che lui cerca (giustamente). Sperabile che comunque lo scampato pericolo sia servito da lezione e che la si smetta di trincerarsi dietro parole d'ordine e si faccia la squadra che la piazza merita. Se si sfiora il tutto esaurito durante un ponte con l'Empoli si tratta solo di proseguire, con gli esperimenti tecnici - cortesemente - messi da parte. E se è vero che è comprensibile il desiderio di non svenarsi nel mercato, suona ancora più sbagliato il percorso compiuto nel dopo-Corvino: ora sono troppi 50 milioni da spendere, e ci può stare, ma solo perché ci si arriva, in pratica, da 0. Se ci fosse stata la cosiddetta "crescita graduale" (in realtà si è assistito a una decrescita) ora ci vorrebbero meno soldi e si sarebbe più attrattivi verso gente di qualità.
Io capisco che Bigon aneli di restare. Non so se alla fine Cairo sia meglio di Saputo in assoluto (di sicuro in termini di potenza mediatica e inserimento nel mercato italiano non c'è paragone a favore dell'alessandrino, che è diventato il leader dei peones anti-Juve e anti-Champions), ma se al veneto vengono dati qui mezzi un po' più consistenti (ecco da dove viene il desiderio di restare) forse l'impressione della piazza di avere a che fare con un incapace si attenua. A Bologna le mode funzionano ancora di più che altrove ed ecco che il "dagli a quel cane" è sempre attivo e il cane in specifico è lui. Ultimo dei colpevoli, per me, non innocente.
Sul futuro sono moderatamente ottimista. O speranzosamente pessimista. Nel senso che se le condizioni vengono giudicate inadeguate da Sinisa non si capisce per quale motivo Giampaolo potrebbe sostituirlo: i due hanno la medesima quotazione di mercato. Sarebbe importante evitare esperimenti di Serie B. Strada già percorsa con risultato disastroso. Dice: eh, ma il tuo Maifredi è stato l'esempio contrario. Già, Corioni controllava anche i gabinetti alla notte. Paragoni con il presente non sono possibili, proprio non si pongono.
Io un nome ce lo avrei ed è quello di Cesare Prandelli. Riciclato alla grande dalla parentesi genoana, gli hanno fatto lo scherzo di vendere Piatek a gennaio. Esperienza, qualità di gioco, savoir faire e garra ri-dimostrata. Con lui, sì, si potrebbe aprire un ciclo. Anche perché Di Francesco va al Milan. E fa bene.
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