“Presidente inibito per un anno”: pioggia di sentenze sulla Juventus | Stravolta la classifica di Serie A

Il presidente è stato costretto punito, altro dramma in casa Juventus, i tifosi non accettano la sentenza da parte della FIGC
Le due squadre di Milano sono state coinvolte nell’inchiesta che riguarda le curve delle tifoserie, con un’indagine che ha portato all’arresto di diversi esponenti di spicco dei gruppi organizzati.
Nelle ultime ore alcuni membri dello spogliatoio hanno deciso di patteggiare, come mister Inzaghi e il regista turco Hakan Calhanoglu, i quali hanno patteggiato con un turno di squalifica.
Ben diverso è stato il trattamento ricevuto dalla Juventus nell’autunno del 2022, quando, in seguito all’inchiesta Prisma, il club fu punito con una penalizzazione di dieci punti che ha stravolto la classifica e rivoluzionato la corsa per un posto in Champions League.
I bianconeri sono stati, così, esclusi dalle competizioni europee per la stagione successiva e hanno dovuto rimandare la rivoluzione di organico che è stato poi messa in atto la scorsa estate.
Una sentenza che ha provocato un forte ridimensionamento in casa Juventus
Un provvedimento che ha costretto l’allenatore Max Allegri a lanciare nella mischia diversi talenti cresciuti nella cantera che hanno, in parte, finanziato la campagna acquisti di Giuntoli, con alcune cessioni che sono state criticate dai tifosi.
Una sessione di mercato bloccata, con la difficoltà di mettere sotto contratto giocatori che dovevano accettare di non disputare nessun torneo in campo internazionale, con il bilancio che necessitava di investimenti ridotti all’osso e di una progressiva riduzione del monte ingaggi complessivo della rosa.

La Juventus è stata punita e i tifosi chiedono a gran voce che adesso tocchi ad altri due club
Il presidente Andrea Agnelli è stato inibito per un anno. Il Foglio riporterà che la motivazione consisteva nel fatto che non poteva non sapere che i tesserati del suo club intrattenevano rapporti con gli ultras. In questo modo sarebbe stato favorito il bagarinaggio, anche se è stata esclusa l’infiltrazione mafiosa.
Una sentenza, quella decretata dal procuratore federale Giuseppe Chiné, che è stata, finora, ben diversa rispetto a quella emessa nei confronti delle due squadre di Milano, con il tacito consenso emerso riguardo alla presenza della ‘Ndrangheta nella gestione di alcuni aspetti economici relativi allo stadio, dal merchaindising alla vendita dei biglietti.