Antonio Corbo dopo l'1-1 di Napoli-Lecce, commenta la prestazione degli azzurri nel suo editoriale per Repubblica. Ecco le sue parole:

"Si è capito subito che sarebbe stata una partita complicata. Il Napoli si è lasciato frustare nei suoi incauti ottimismi. Il guasto si rivela negli squilibri dei duelli, lo zambiano Lomeck Banda di appena ventuno anni che si fa gioco del capitano Di Lorenzo è un dissesto grave. Non solo costringe sulla destra Politano all’affanno di recuperi urgentissimi. Ma un’analisi più ampia deve spiegare il disagio del Napoli: deriva da un equivoco di fondo. È l’approccio di Spalletti con il nuovo Napoli, sarà sempre più difficile scoprire la formula ideale per assemblare un congegno da inventare se si cambiano ogni volta formazione e modulo.

 Non si può tollerare il rebus a centrocampo. Con Anguissa, Lobotka e Ndombele il Napoli avrebbe trovato la prima base solida per costruire il resto. Le fondamenta. Tre colonne sicure del 4-3-3.

Un silente Osimhen non lega con Raspadori, nomade malinconico tra le linee. Inevitabile ritirare Raspadori: qualche responsabilità è anche sua, ma sembra confuso e penalizzato in un attacco massiccio ma non coeso. Raspadori non morde se attacca, non aiuta la squadra nel raccordo.

 Nel bilancio del magro pareggio non si può non includere il flop offensivo che ha portato all’esclusione di Raspadori. Più che la spiegazione dell’ennesimo pareggio è auspicabile un cambio di metodo. Un itinerario logico: qual è il modulo migliore quali i giocatori giusti per interpretarlo? Per ora solo una onesta confusione".

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