Federico Bernardeschi, il 'Brunelleschi' che ha cambiato la Juventus.  I bianconeri erano già forti prima della gara del Mestalla, ma l'esterno ex viola ha dato maggiori imprevedibilità ed efficacia alla manovra d'attacco grazie a velocità, strapotere fisico e duttilità. E in Nazionale può essere il fattore in più...In una settimana di fusione tra calcio europeo e nazionale, in una settimana in cui la Juventus di Massimiliano Allegri conquista prima la vittoria a Valencia in Champions e poi quella a Frosinone in campionato, a iscriversi di diritto al referto dei personaggi-chiave del calcio italiano è Federico Bernardeschi. La domanda sorge spontanea: è mai possibile che in una corazzata come quella bianconera l'esterno italiano classe '94 possa risultare ancora più importante e indispensabile di singoli quali Mario Mandžukić, Juan Cuadrado, Paulo Dybala, Douglas Costa e Cristiano Ronaldo? Nel calcio tutto è possibile, specie quando campioni di caratura internazionale come quelli suddetti non vivono un momento di forma esaltante, specie quando un CR7 comunque determinante in Serie A si vede sbattere fuori al 29' di un match delicato come quello del Mestalla ricevendo il primo cartellino rosso della propria longeva esperienza in Champions, specie quando a realizzare i gol vittoria o a sbloccare il match sono altri giocatori. Eppure senza le prestazioni di qualità e quantità di Bernardeschi probabilmente questa Juve - statisticamente una delle più forti della storia - avrebbe dovuto fare molta più fatica per tornare a casa con tre punti in tasca da entrambe le trasferte. Contro il team spagnolo, infatti, in una delle tante attesissime notti delle stelle del nostro continente, il numero 33 ha partecipato praticamente sempre alle azioni offensive partorite dal proprio team: l'occasione sprecata da Mandzukic sull'assist fortuito di Ronaldo è stata fecondata dal bellissimo cross dell'esterno di Carrara, come anche la palla-gol sciupata da Khedira è stata permessa dall'ottima visione dell'ex-viola, arrivato, quest'ultimo, a sfiorare la rete personale grazie a una conclusione su cui miracolosa si è rivelata la parata di un attentissimo Neto. Ma ciò che ha destato più scalpore, nel match contro il Valencia, è stata la prontezza del giocatore nel ricevere il pallone, smistarlo da una parte all'altra e nasconderlo più volte agli avversari, la scioltezza nell'essere sempre nella posizione giusta e al momento giusto e nel creare pericoli ai danni dei rivali con un'ottima visione di gioco.La ciliegina sulla torta, arrivata a coronare uno splendido momento di forma fisica e mentale, è arrivata nella gara dello Stirpe, quando Bernardeschi, partito dalla panchina e subentrato, nella ripresa a Bentancur, ha letteralmente scardinato i principi di pericolosità creati dalla Juventus contro il Frosinone. Le statistiche parlano chiaro: al 59' (dopo appena 3' dall'entrata in campo), il 'Brunelleschi' bianconero - nome di battesimo di Federico sui social - serve di petto Ronaldo che spara alto, da buonissima posizione, la sfera del possibile 0-1 Juve; dieci minuti più tardi, con un ottimo cross, regala la conclusione a Cuadrado, reo di non essere preciso nel calciare verso la porta difesa da Sportiello; al 72' prova un'azione personale sventata addirittura da una marcatura triplicata da parte dei padroni di casa; all'81' costringe il difensore rivale a deviare un tiro velenosissimo in angolo; al 94' chiude i conti aperti dal gol di Ronaldo segnando il definitivo 0-2 ed ottimizzando al massimo il contropiede juventino grazie a un bel controllo sul secondo palo e ad un successivo sinistro che non lascia scampo all'estremo difensore gialloblu. Se poi a rincorrerti e abbracciarti per primo è il cinque volte pallone d'oro CR7 allora la consacrazione diventa (quasi) ufficiale. Bernardeschi è, infatti, attualmente il valore aggiunto di una Juventus già forte sotto i punti di vista individuale e di gruppo, ma, nel contempo, è probabilmente il giocatore che potrebbe aiutare la nostra Nazionale a tornare ai livelli che le competono. Sfruttare l'occasione già durante la prossima sosta di ottobre può essere qualcosa di più di una semplice idea per il ct Roberto Mancini. Nel frattempo, Allegri coccola il proprio fattore B con parole al miele: "Federico è cresciuto molto dall'anno scorso, ha in questo momento uno strapotere fisico importante e a livello mentale ha capito velocemente come e cosa si deve fare per stare in una grande squadra". Il ragazzo, dal canto suo, rimane coi piedi per terra, sfruttando anche la presenza di Ronaldo per continuare a migliorare: "La mia è semplicemente una crescita lineare e continua, devo continuare su questa strada. Dobbiamo continuare a vincere. Cristiano per me è il migliore al mondo, un professionista e un grande uomo. Per noi è un onore sapere che c’è lui a darci una mano".  Dichiarazioni che confermano ancor più la maturità di un giovane che di geometrie ne capisce, e che, da buon 'Brunelleschi', aiuterebbe e non poco l'Italia nella ricerca della cosiddetta prospettiva a unico punto di fuga, la prospettiva della vittoria.
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