Oggi la Francia ha battuto gli Stati Uniti nel torneo Olimpico di basket. Lo aveva fatto anche due anni fa ai Mondiali. Ma stavolta la sconfitta degli Usa, che ai Giochi avevano perso per l'ultima volta 17 anni fa, guarda caso nell'Olimpiade dell'argento azzurro, ci dice qualcosa di più. Forse ci spiega addirittura come funziona il Covid e ci mette in guardia in vista dell'autunno.

 

1987: la sconfitta zero. Anzi, le sconfitte zero.

Nell'estate 87 succedono due cose. Ne succedono tante, ma per il basket contano due episodi;1 ai Mondiali Juniores di Bormio una supponente Nazionale Usa viene strapazzata dalla Jugoslavia,cancellata dal campo dal  famoso 11 su 12 da 3 di Kukoc; 2 ai Giochi Panamericani, a Indianapolis, dunque in casa, un'altra Nazionale Usa è battuta dal Brasile, e la sorpresa è tanta e tale che anni più tardi quando l'arena di quelli partita sarà demolita gli americani si preoccuperanno di far avere a Oscar la prima pietra, considerando lui il demolitore iniziale. Poi, sulla strada verso i Giochi di Seul, che chiuderanno l'epoca dei boicottaggi, succede che gli Usa decidano di curare da loro Sabonis,incuranti del fatto che il monumentale coach Thompson, allenatore di Georgetown designato per la panchina olimpica,, dica: Stiamo lisciando per  la Russia - perchà all'epoca ancora c'era la Russia - la corda con cui ci impiccheranno,In effetti, a Seul la Nazionale Usa perse la seconda partita della sua storia ai Giochi. Questa sequenza di fatti viene riconosciuta come, diremmo oggi, il paziente zero del basket.

Gli Usa del basket e la terapia urgente contro il virus

Il paziente si è preso quello che oggi chiameremmo Covid, in forma anche abbastanza grave. Per fortuna nei laboratori del basket si stava già lavorando al vaccino, prima in forma sperimentale con il Mc Donald's Open, poi col farmaco definitivo: il Dream Team, brevetto Stern-Stankovic efficacissim o oltre tutto nello stabilire le distanze con e dagli altri, nessun contatto, la cura perfetta.Sopravvissuto alla prima ondata, il basket Usa dopo Barcellona è tornato alla sua vita preCovid: la certezza di avere una salute di ferro, la convinzione di non poter più subire il virus dopo essersi ammalato. E nvece, adesso lo sappiamo bene tutti, un virus si combatte con comportamenti virali, perchè un virus si comporta in modo virale, si muove e si adatta alle circostanze e, soprattutto, alle persone.

Il basket si muove, non può stare fermo.

E'stato persno bello che il vaccino si muovesse, magari il generale Figliuolo avesse gli stessi poteri del Dream Team che ci ha fatto vivere per anni alla grande i migliori anni della nostra vita: Michael Jordan prima, le sue scarpe dopo;Kobe Bryant poi, le sue scarpe dopo; Space Jam, I love this game, LeBron e tanto altro.Poi il vaccino ha perso di efficacia, ogni gruppo, non solo sportivo, appena superiore alla media, è diventato un Dream Team. Cosi' della necessita del vaccino ci siamo dimenticati, non sono stati pianificati richiami all'altezza ( ad esempio nel 2004,Iverson non poteva essere un rimedio, essendo la classica causa causa per cui una squadra si inceppa ) e così il virus ha ripreso a circolare.

La variante Delta

Sotto canestro, la variante Delta gira da anni.La prende Fournier, per dire, e la Francia vince con gli Usa, ripetutamente, quella di oggi è la seconda vittoria in due anni a un appuntamento top ;l'avevano presa Gasol e Scola, per dire, che erano andati in finale a quei Mondiali 2019 in cui gli Usa non sono arrivati neanche nei primi quattro posto  . Funziona così la variante Delta: la prende un giocatore, lui fa diventare migliori tutti i suoi compagni, e gli Usa si ammalano. Anche quando assenti. Ad esempio, la prende Doncic, la Slovenia vince gli Europei, e lui diventa un big nella Nba. Si contagia Giannis Antetokounmpo e i Milwaukee Bucks rivincono l'anello dopo 50 anni.Unico caso difficile da catalogare Jokic: miglior giocatore che non vince niente, e chiaramente asintomatico perchè uscito presto dall'Nba e non qualificato per Tokyo ha cominciato a girare l'Italia cercando le tracce di Varenne. Normale che si tratti di un caso difficile anche per esperti, medici, virologi.

Adesso il basket Usa deve decidere cosa fare

Andare avanti così, rassegnandosi a perdere alle Olimpiadi, e mettere sul trono giocatori che vengono da fuori,prospettiva in se'nemmeno catastrofica, in sostanza facendo finta di niente? Il fatto è che stiamo parlando per metafora: il basket è la vita e la vita è il basket. Perchè il basket Usa, in fin dei conti, siamo noi: abbiamo provato  con le mascherine, le canzoni sul balcone, gli arcobaleno di andrà tutto bene, col distanziamento, coi tamponi,col vaccino che pero'tutti non abbiamo fatto, non vogliamo sentire parlare di Green Pass non per una questione di privacy ma per conservare la libertà di fare quello che ci pare, che è un comportamento molto poco cestistico. Siamo una squdra: nel bene come nel male, se un giocatore si infortuna è un problema per tutti, se il nostro lungo non segna un tiro libero che sia uno non possiamo chiedere tramite autocertificazione di avere due punti ogni tanto. In sintesi, se uno non sta attento, è come se non stesse attento nessuno, e se quello pensa che non succeda niente quando fa una cavolata non ha capito che proprio comportarsi da squadra è la soliuzione migliore. Un virus si combatte con comportamenti virali. Un giocatore super non basta, serve una squadra che sia super.

Siamo in estate, ma siamo anche in precampionato

Stiamo giocando le Olimpiadi, e guarda cosa è successo, povero Popovich, e siamo solo alla prima giornata.Continuiamo a giocare, per carità, ma smettiamola di scherzare e prendiamo sul serio questa partita e le prossime partite.Bisogna che ci vacciniamo, tutti, che chi deve faccia il richiamo: bisogna che la smettiamo di considerarci invincibili per partito preso perchè intanto il virus è partito per un viaggio per il mondo, quindi smettiamola anche di invocare il Green Pass per riempire i palasport se non sappiamo quanti di noi si sono vaccinati, ovvero  dimostriamo fuori da ogni dubbio di essere liberi da ogni contagio possibile, non solo quello del virus. Dimostriamo,se siamo capaci, di meritarci questa Nazionale che urla nel silenzio per rivendicare la sua felice esistenza mentre qui, in Italia, diciamo, anche con qualche ragione, che alle condizioni previste dal Governo che è meglio non cominciare neanche il campionato: dobbiamo presentare al virus una barricata che sia compatta, non la sola resistenza della serie A. E così, nella metafora gli Usa hanno perso a Tokyo ( che è già,sempre nella metafora, casa nostra: uno dei portabandiera alla cerimobia d'apertura era il primo giapponese che gioca nella Nba ), insegnandoci, ricordandoci che ci sono sempre due facce per una sola medaglia,perchè sarebbe più giusto parlare della vittoria della Francia, così nella vita reale la partita è solo appena cominciata: dobbiamo scegliere se essere Dream Team. o una squadra di brocchi. Servirà tanta pazienza.

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