Beppe Bergomi compie 60 anni, e per questo il quotidiano Tuttosport ha dedicato a lui ampio spazio sul giornale di oggi. Lunga intervista per l'ex leggenda dell'Inter, che ha affrontato vari temi tra presente e passato. Ecco alcuni estratti delle sue parole: "C’è un Bergomi oggi? Io mi rivedo un po’ in Di Lorenzo. Chiaramente è un calcio diverso quello di oggi, ma anche lui è uno concentrato, sul pezzo, non sbaglia quasi mai una partita. È intelligente e mai banale. E nel recente passato direi Barzagli".

Bergomi e la gioia più grande: “Il Mondiale dell'82, ma anche lo Scudetto con l'Inter nell'89”

Queste le parole di Bergomi sul suo passato da calciatore: "La gioia più bella? Il Mondiale ’82, impossibile non sceglierlo. Sarò sempre grato a tutti i giocatori di quel gruppo e Bearzot, un secondo papà per me, il mio lo persi a 16 anni. Aggiungo anche lo scudetto dei record con l’Inter nel 1988-89. Quel titolo valeva tre di oggi perché ci confrontavamo con il Milan degli olandesi, il Napoli di Maradona, la Sampdoria di Vialli e Mancini, la Juventus, le romane, la Fiorentina di Baggio".

Beppe Bergomi

Bergomi e le rivali: “Prima il Milan, poi con Moratti diventò la Juve”

Il focus di Beppe Bergomi si sposta poi sulle rivali di sempre: "Qual è stata l’avversaria di sempre? Inizialmente il Milan, perché già nelle giovanili mi confrontavo con loro. Il derby è la partita che ho giocato di più, 44 volte; soffrivo nel prepararla, ma poi che gusto giocarla. Quando però nel 1995 arrivò Moratti, lui insieme ai gradi ex della Grande Inter come Facchetti e Mazzola, cambiarono la nostra visione e ci dissero che la rivale storica era la Juventus".

I bianconeri per me cosa hanno rappresentato? La nazionale, perché a livello di club negli anni ’80 non ci furono grandi duelli. Ma in azzurro le colonne del gruppo erano tutti juventini: Zoff, Scirea, Gentile, Cabrini, Tardelli, Paolo Rossi. Grandi uomini e grandi giocatori”.

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