Gennaro Gattuso alla viglia di Bologna-Milan: "Atene dev'essere la nostra cicatrice. Calha in difficoltà. Aspetto il vero Higuain". E sul mercato...Il sedicesimo turno di Serie A si chiuderà domani, al Dall’Ara, con il posticipo serale tra Bologna e Milan. Cercare di descrivere la situazione generale tra due squadre malate e insoddisfatte è difficile, quasi impossibile. Se i felsinei, a quota 11 punti e terzultimi in classifica, hanno necessità di respirare un po’ di ossigeno dopo tre sconfitte e due pareggi nelle ultime cinque gare disputate in campionato, i rossoneri, per archiviare mentalmente la sconfitta del Pireo e la conseguente uscita dall’Europa, non possono fallire l’occasione di portare a casa una vittoria di vitale importanza in ottica campionato. In caso di bottino pieno, infatti, il Milan - tallonato dalla Lazio oggi impegnata a Bergamo contro l’Atalanta - rimarrebbe in scia terzo posto, portandosi  a 29 lunghezze in graduatoria, a -3 dall’Inter di Spalletti. Il clima gelido di Bologna farà da cornice, pertanto, ad un match complicato per entrambe le squadre: la panchina di Filippo Inzaghi è sempre più traballante e i tifosi rossoblu sembrano aver perso la pazienza e la fiducia riposte in giocatori e società; Gennaro Gattuso, dall’altra parte, è reduce dall’improvviso, brusco stop europeo rimediato al Karaiskakīs per via dei tanti errori commessi dai suoi al cospetto di un arbitro capace di sbattere fuori il Milan dall’Europa League decretando un rigore clamorosamente inesistente in favore dell’Olympiakos. Le parole del primo condottiero del Diavolo alla vigilia del posticipo contro il Bologna descrivono il momento delicato della propria equipe: “Vedere nel calcio moderno gente che piange nello spogliatoio in Grecia è già un segnale per me. Vuol dire che dei valori del calcio di dieci/quindici anni fa qualcosa è rimasto. Non mi sbaglio quando dico che questo gruppo è unito sia nei successi che nei tonfi. Quella rimediata giovedì deve essere una cicatrice per noi. Ora non abbiamo il tempo di ragionare ma dobbiamo uscire da questa situazione e ricercare quello che sappiamo fare, giocando bene da qui alla fine del girone d’andata. Sfogatevi su di me ma lasciate stare i miei giocatori. Sono io il primo responsabile dei risultati. Quando prendi due gol dal Dudelange in casa e arrivi a doverti qualificare in un bolgia come quella di Atene allora vuol dire che qualcosa non l’hai fatta bene durante il cammino precedente. Contro l’Olympiakos non abbiamo fatto male ma abbiamo sbagliato tanto. Siamo stati noi a non chiudere la partita nei primi 25 minuti e quindi a permettere i frastuoni e le palle in campo nel finale. La lettura delle partite in Europa deve migliorare, perché furbizia e malizia ad esempio sono mancate: ci facciamo intimidire, sorprendere e non siamo sempre sul pezzo e queste cose, davanti anche a squadre ed arbitraggi diversi rispetto a quelli italiani, le paghi nel ‘calcio che conta’”. Tornando a domani, Gattuso, in una trasferta a dir poco delicata, ritroverà contro Inzaghi, un amico e collega di gloria nel passato agonistico al Milan: “Tutto quello che abbiamo vinto io e Pippo non si può dimenticare. Affetto, amicizia e rispetto rimangono invariati. Domani io mi gioco tanto e lui anche. Fa parte del calcio essere mandati a casa se non si conseguono risultati”.Certo, contare sul migliore Higuain o sul miglior Calhanoglu sarebbe indispensabile per il mister rossonero, il quale non esita a dire la sua sul periodo no di entrambi gli attaccanti: “Gonzalo è il primo deluso di questa situazione. Ora deve darci quello che ci manca a livello di carattere, esperienza e leadership prima ancora che aiutarci coi gol. Mi aspetto che applauda un compagno anche se quest’ultimo sbaglia, ad esempio, e che non si innervosisca a partita in corso. Da parte mia c’è grande sostegno a Higuain, però deve migliorare come tutta la squadra. Quando i giocatori sono in un momento di difficoltà, a me piace capire di che tipo di problema si tratti: se è di tipo fisico il giocatore va in panchina perché sicuramente è limitato nella corsa e nel gioco; se la difficoltà è mentale, il giocatore può e deve giocare. Hakan, nella fattispecie dei casi, ha una difficoltà mentale perché, ad esempio, è lui a tirarsi delle martellate appena sbaglia una minima cosa. Non so ancora se farà parte dei titolari, lo vedrò domani, perché anche Castillejo sta facendo bene”. Chi sta facendo bene e migliora costantemente nelle prestazioni in mezzo al campo è Tiémoué Bakayoko, una vera e propria diga assieme al compagno di reparto Kessié. “Bakayoko si sente più a suo agio in un centrocampo a due, ma per come sta fisicamente e per come sta tenendo il campo e aiutando la squadra, penso che il francese possa ricoprire più ruoli”, puntualizza Gattuso, sempre preso dal presente piuttosto che dalle prospettive future di squadra e mercato: “Io sono un allenatore; il ruolo di apportare al team delle modifiche strutturali è dei dirigenti, e noi li abbiamo validi. Non posso pensare al futuro, devo allenare quello che ho a disposizione. Ben venga  se arriverà qualcuno, ma la società me lo dirà più in là. Io, ad esempio, non ho mai parlato con Ibrahimovic. Sapevo ci fosse una possibilità ma non ho mai contattato lo svedese”. Il calciomercato è troppo lontano ed è meglio, di conseguenza, pensare al presente: battere il Bologna, domani, può aiutare a cicatrizzare da subito una ferita ancora aperta come quella procurata dal beffardo decreto dell’Europa League. Vietato fallire per Gattuso e co., il quarto posto non può rischiare di essere razziato!
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