I pro e i contro dell'arrivo di Conte sulle panchine di A. Inter e Milan possibilità concrete. Agnelli sogna Guardiola, pensa a Conte e blocca AllegriA tingere di giallo il libro del calcio italiano è, da due mesi a questa parte, l’avvenire di Antonio Conte. Il tecnico salentino dal passato glorioso vive da protagonista indiscusso un presente fatto di turbolenze mediatiche senza sosta, in attesa di svelare un futuro in panchina ancora incerto ma non del tutto indecifrabile alla luce di quanto sta avvenendo in quelle che sono le probabili destinazioni  italiane. Prima di analizzare nel dettaglio i pro e i contro delle singole piazze nazionali appetibili per l’allenatore ex-Chelsea, bisogna volgere a ritroso il nastro del tempo e mettere a fuoco le caratteristiche di un uomo che vive di calcio e di una brama di vittoria senza eguali. Dopo aver conquistato tre campionati consecutivi e due Supercoppe italiane durante il triennio trascorso alla guida della Juventus - condito anche di record storici come i 102 punti messi a referto nella stagione 2013/2014 e la totale imbattibilità casalinga nello stesso anno -, Conte si mette in evidenza come commissario tecnico della nazionale italiana, raggiungendo la qualificazione ad Euro 2016, competizione abbandonata ai quarti a beneficio della Germania nel match successivo alla meritata vittoria contro i campioni in carica della Spagna. La prima stagione vissuta da condottiero del Chelsea è impreziosita da una Premier League conquistata con due turni di anticipo, eppure nell’annata seguente la distanza tra Conte e la dirigenza dei Blues diventa abissale: il risultato è la separazione del 13 luglio 2018 dal club di Roman Abramovič, deluso dalla quinta posizione in campionato nonostante il successo nella finale di FA Cup ai danni dello United. A seguito di un’intera annata calcistica vissuta lontana dalle panchine europee, Conte appare, oggi, determinato più che mai a tornare nelle vesti di primo attore di una pellicola non ancora enunciata ufficialmente, ma non impossibile da scoprire in anticipo alla luce del desiderio del tecnico di tornare a lavorare in patria in quella che, con ogni probabilità, sarà una tra le città di Milano e Torino. Juventus, Inter e Milan, infatti, rappresentano ad oggi i club più allettanti per un tecnico affamato di vittorie, ma bisognoso di un progetto saldo e affascinante in grado, una volta sposato, di offrire tutte le condizioni necessarie per far bene. Analizziamo, pertanto, vantaggi e svantaggi di un futuro in ciascuna delle società sopraelencate. JUVENTUS FC Perché sì: che la Vecchia Signora sia da sempre uno stimolo in più per Antonio Conte non è una novità. Il passato da giocatore e allenatore dei bianconeri ha solo portato effetti positivi sotto la Mole torinese. Il 31 maggio 2011 il tecnico salentino arrivò alla Juventus per portare la squadra ai vertici del calcio italiano e mondiale. Se l’obiettivo nazionale fu raggiunto rapidamente, il progetto più ardito di vincere la Champions culminò in una serie di figuracce a livello europeo, ragion per cui, dopo tre anni, la Juventus e Antonio Conte divorziarono con una promessa che non può non essere rammentata: un futuro sulla panchina zebrata sarebbe stato ben accetto, un domani, nel momento in cui la società e il team avessero garantito le condizioni indispensabili per tornare in alto a livello internazionale. L’ennesima uscita dalla Champions della corazzata di Massimiliano Allegri potrebbe portare ad una separazione anticipata dell’allenatore livornese dal club di Andrea Agnelli, nonostante le parole rilasciate negli scorsi giorni dai diretti interessati. Se così fosse, la Juventus risulterebbe la prima destinazione gradita per Antonio Conte e il suo futuro da trainer di Cristiano Ronaldo e co. non sarebbe pura immaginazione. Perché no: dopo l’eliminazione incassata in casa da parte dei “ragazzacci” dell’Ajax, l’umore in casa Juve non è dei migliori. Agnelli e Allegri si siederanno intorno ad un tavolo per fare il punto della situazione e discutere su cosa sia e non sia andato nella stagione in corso, ma il vicepresidente bianconero Pavel Nedved non ha esitato a garantire una permanenza dell’attuale tecnico alla guida della Vecchia Signora. Di conseguenza, la figura di Antonio Conte, di certo apprezzata a Vinovo, sembra fungere da ricordo gradito più che da futuro tassello da incastonare al team campione d’Italia per l’ottavo anno consecutivo. Qualora Allegri e la Juventus dovessero interrompere il loro rapporto di lavoro, inoltre, Andrea Agnelli proverebbe a trasformare in realtà il sogno Guardiola per la panchina bianconera e, solo in caso di chiusura da parte del tecnico catalano, riavvierebbe i contatti con Conte.FC INTERNAZIONALE Perché sì: da tempo il nome di Conte viene accostato al club di Zhang. Con l’approdo di Giuseppe Marotta nella società nerazzurra, sognare in grande non è più illecito, specie alla luce della forza economica di una società in crescita dal punto di vista dei risultati e dell’appeal. Marotta e Conte, accomunati dal passato bianconero, potrebbero riabbracciarsi nel nome del Biscione. Il tecnico salentino gode della stima dell’intera dirigenza interista e, dalla sua, avrebbe un potere decisionale forte in termini di mercato e di progetto. Marotta ha escluso più volte un esonero di Spalletti, ma potrebbe essere lo stesso tecnico a lasciare di propria volontà il timone di una nave troppo spesso in balia di onde esterne e dirottamenti interni. Se così fosse, Conte non ci penserebbe molto su e non avrebbe alcun rivale nel tentativo di guidare verso la giusta rotta il veliero nerazzurro. Perché no: l’attuale allenatore dell’Inter Luciano Spalletti è in piena corsa per un posto in Champions, forte di un terzo posto ancora saldo nonostante la netta flessione della squadra nel girone di ritorno. Marotta ha più volte garantito pubblicamente la permanenza di Spalletti anche nella prossima stagione e solo una caduta libera in classifica potrebbe provocare le vertigini al tecnico toscano e mettere le ali, in contemporanea, ad Antonio Conte. Spalletti, inoltre, ha dimostrato ancora una volta di saper centrare il massimo con la rosa in mano: l’Inter non avrebbe mai potuto lottare per le prime due posizioni in A, occupate da una Juventus inavvicinabile da chiunque - almeno per ora - e da un Napoli di certo più esperto e collaudato in un sistema di gioco e giocatori simile negli ultimi anni. Viene, pertanto, da chiedersi: Spalletti avrebbe davvero potuto fare di più in un anno tormentato, come se non bastasse, dal caso Icardi-Wanda Nara? Probabilmente no. Attenzione, inoltre, in caso di cambio allenatore, al futuro di José Mourinho, per ora distante dalla Milano nerazzurra ma da sempre affascinato dall'idea/speranza di un ipotetico ritorno alla guida dell'Inter. AC MILAN Perché sì: dopo la bugiarda parentesi cinese e i tumultuosi scossoni societari, finalmente il club rossonero è tornato ad essere in mano ad una presidenza forte e decisa a investire in un progetto che parte dalla rosa e finisce nella realizzazione del nuovo stadio. Sin dal suo arrivo, Paul Singer si è dimostrato un grande estimatore di Antonio Conte, seguito con accuratezza la scorsa estate prima della conferma di Gennaro Gattuso per il buonissimo lavoro svolto alla guida del Milan nella stagione 2017/2018. La posizione dell’allenatore calabrese, legato al club meneghino ancora  per i prossimi due anni, pare, tuttavia, sempre meno solida per via delle numerose occasioni sprecate da marzo ad oggi nel tentativo di ipotecare un quarto posto sfumato nell’ultimo mese e mezzo. La squadra appare in difficoltà sotto gli aspetti mentale e fisico; ad infastidire la dirigenza sono stati gli eccessi caratteriali di alcuni singoli (vedi i casi Bakayoko e Kessié). L’arrivo di Conte garantirebbe di certo un pugno ancor più fermo verso il pieno rispetto delle regole da parte di ciascun componente della rosa. La stima che Maldini e Leonardo nutrono nei confronti dell’allenatore pugliese è forte, come ottimo è il rapporto tra quest’ultimo e i dirigenti rossoneri. Alla corte del Diavolo, Conte potrebbe accelerare il processo di crescita sul campo di cui uno dei club più titolati al mondo necessita per tornare in alto. Perché no: se Gattuso dovesse arrivare quarto al termine della stagione in corso, non sarebbe da escludere una sua permanenza alla guida del Milan, segno di una riconoscenza del club nei confronti di un allenatore cui si può effettivamente rimproverare poco e nulla. Qualora i rossoneri non si piazzassero tra le prime quattro, invece, e se Gattuso dovesse interrompere il proprio rapporto col Milan, Conte potrebbe non digerire il mancato piazzamento in Champions e potrebbe non essere disposto a partire da zero in quello che sarebbe un Diavolo da ricostruire per l’ennesima volta nella rosa e nella mentalità. Leonardo, inoltre, avrebbe già contattato Eusebio Di Francesco, sul quale, tuttavia, è forte l'interesse del Siviglia e del suo ds Monchi: l'ex allenatore della Roma non si è ancora promesso a nessuno e bisognerà aspettare i prossimi giorni per capirne di più. Sull’ipotesi Roma: l’attaccamento dei tifosi alla maglia e la passione di una piazza sempre focosa nel bene e nel male sarebbero determinanti per un sì di Conte alla causa giallorossa se la società italo-americana non fosse così “distante”, nei modi e spesso nei fatti, dall’intensità dell’ambiente. Un ossimoro troppo evidente e pesante per le motivazioni di un allenatore che vuole vincere all’insegna dell’unità di intenti e non con una semplice gestione di un gruppo. Sull’ipotesi estero: le porte sono sempre aperte, specie a club come Psg e Manchester United, alla ricerca di un’identità solida e trionfante nonostante le possibilità e gli esborsi economici da capogiro degli ultimi anni. Il richiamo dell’Italia, tuttavia, è molto più forte per Antonio Conte, pronto a far ritorno nel proprio Paese ove ci sia di un progetto serio, stimolante e vincente nel minor tempo possibile.
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